"Ne arriveranno altre". L'Italia si prepara a nuove minacce dalla Russia

Palazzo Chigi era preparato a reazioni dure da Mosca. La previsione è che arriveranno altri forti attacchi, ma la linea del governo non cambia: fermezza e tempestività contro la Russia

"Ne arriveranno altre". L'Italia si prepara a nuove minacce dalla Russia

La giornata di ieri è stata caratterizzata da un duro e inevitabile scontro tra Russia e Italia, con i toni che si sono alzati con il passare delle ore e che hanno visto il nostro Paese finire nel mirino delle minacce di Mosca. Il che di certo non ha colto di sorpresa Palazzo Chigi, che si aspettava una degenerazione così forte e dunque era preparato a un'escalation verbale del genere. Ma la sensazione è che non sia finita qui: come riporta il Corriere della Sera, la previsione è che nei prossimi giorni possano arrivare altri avvertimenti nei confronti del nostro Paese.

La linea del governo

Da vedere quale sarà il timbro delle parole usate, ma di certo non è utopia immaginare di ricevere dichiarazioni al veleno dal tono minaccioso. L'atteggiamento della Russia mette in evidenza due realtà inequivocabili: da un lato Mosca non si aspettava una reazione così dura dell'Italia, visti anche i rapporti storici tra le parti; dall'altra gli effetti negativi provocati dalle sanzioni inflitte stanno creando non poca apprensione. Altrimenti non si spiegherebbe un comportamento così rancoroso e dai toni molto aspri.

Ma il governo italiano non ha alcuna intenzione di cambiare la propria linea: il premier Mario Draghi intende continuare a muoversi in perfetta sintonia con gli altri Stati membri dell'Unione europea, indicando nella fermezza e nella tempestività le due componenti fondamentali per provare a fermare l'operazione militare portata avanti dalla Russia. Le sanzioni vengono reputate ancora una volta lo strumento ideale per cercare di invertire la rotta di Vladimir Putin, portando magari Ucraina e Russia a un serio tavolo delle trattative che possa portare al cessate il fuoco.

Gli scenari

Di certo l'esecutivo non sottovaluta i possibili sviluppi negativi che potrebbero verificarsi nei prossimi giorni o nelle prossime settimane. E questo dà il segno di come forse una tregua non verrà raggiunta a stretto giro, anche se la strada della diplomazia e del dialogo deve restare sempre percorribile. Da Mosca promettono ritorsioni contro l'Occidente che, probabilmente contro le aspettative russe, si è mosso in maniera compatta e severa.

Fonti di governo, riferisce il Corriere della Sera, descrivono uno scenario in cui nulla può essere escluso: "Come noi stiamo diversificando in fretta le nostre fonti energetiche, anche a Mosca stanno cercando di spostare ad Oriente le loro forniture di gas e petrolio, sono due movimenti simmetrici di cui siamo consapevoli".

Proprio ieri Alexei Paramonov, direttore del dipartimento europeo del ministero degli Esteri russo, ha affermato che il rifiuto delle forniture russe "avrebbe conseguenze estremamente negative per l'economia italiana e per tutti gli italiani". Non a caso il premier Draghi non ha escluso la logica dei razionamenti se le cose dovessero peggiorare. Un'ipotesi certamente estrema ma che non può essere considerata irrealizzabile: "Bisogna prepararsi a questa evenienenza. Da qui a lanciare l'allarme però ce ne corre".

L'attacco all'Italia

L'alto funzionario russo ha messo nel mirino il ministro Lorenzo Guerini, accusato di essere uno dei principali "falchi e ispiratori della campagna antirussa nel governo italiano". E ha parlato di una richiesta di assistenza alla parte russa inviata anche dal ministro della Difesa nel corso dell'emergenza Coronavirus nel 2020.

Una sottolineatura che ha innescato una dura reazione del presidente Mario Draghi, secondo cui il paragone tra l'invasione dell'Ucraina e la crisi pandemica in Italia "è particolarmente odioso e inaccettabile".

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