In principio è stata Mamma-Sciura. Cioè la parodia della signora della Milano-bene, detta Lorenza. Mezza età, sposata con Carlo Alberto (golfista), gioielli giusti, friuliane ai piedi, chic e anche radical, non lavora ma è sempre indaffaratissima tra il caffé (e i gossip) con le amiche (la Ceci), il cane (Brioche, un barboncino), il tempo che sacrifica per le realtà che fanno del bene («perchè io sono così fortunata...»), il pilates «quando decide che è giorno di sport». E i figli, quattro, dai nomi patrizio-borghesi. Costanza, Tancredi («si vuole iscrivere a quel liceo comunista...»), Guido Maria («non lo dico perché sono sua madre, ma è davvero una mente brillante!»), e la più piccola, Clotilde, iscritta a equitazione («per avere tre anni è estremamente talentuosa...»). Il palcoscenico è quello di Instagram e TikTok, dalla rapida diffusione. Ma dietro c'è parecchio di più. Carolina de' Castiglioni, 28 anni, è attrice (ma anche insegnante di yoga), cresciuta in centro a Milano, osservatorio privilegiato per le sciure, diploma allo storico classico Manzoni, due fratelli, uno «in consulenza», l'altro iscritto a Economia. Papà avvocato, mamma che lavorava nella pubblicità. Quando comunica dopo la maturità di voler fare l'attrice, le mettono davanti le tre università migliori al mondo dove studiare recitazione. O entra lì o Bocconi (amari per lei).
E?
«E sono entrata. Alla Tisch School of the Arts della New York University. Quattro anni di studio, poi ho iniziato a lavorare a cortometraggi e spettacoli teatrali, i classici. Ho anche scritto un testo di teatro Syrma, sui miti greci, sold out tutte le sere a New York. Ma scoppia il covid. Sono costretta a tornare in Italia per problemi di visti. E qui non avevo un granché da fare. Ho iniziato a scrivere cortometraggi e a lavorare su temi più impegnativi come la violenza di genere e i disturbi alimentari. Però, a un certo punto, ho sentito il bisogno di fare qualcosa di più leggero, anche perché in America mi avevano detto che potevo essere brava nella comicità, anche se non l'avevo mai sperimentata fino a quel momento».
Così nasce la Sciura?
«Era esattamente un anno fa, a ottobre. È un personaggio estremizzato, e credo che la sua forza stia proprio in questo. Molte persone si riconoscono in certi lati della Sciura, anche se è raro trovare una persona esattamente come lei. L'ironia ti permette di addentrarti in territori anche un po' estremi. È difficilissimo far ridere, a volte ho anche un po' paura».
Ti consigli con qualcuno?
«Mando i testi alla mia videomaker, ci conosciamo da quando avevamo 5 anni. E a mia mamma. Anche se a volte fa commenti da boomer...»
Di fatto il mondo delle Sciure poi si è allargato.
«È arrivata la Nonna-Sciura, la Young, la zia Germana, l'insegnante di yoga, la baby sitter. Interpreto sempre un personaggio diverso perché il rischio dei social è diventare quel personaggio e io non voglio fare l'influencer. Per me i social sono un po' una porta di entrata, però non è che ci sono approdata perché non avevo niente da fare. Il mio obiettivo nella vita è fare l'attrice. Sto scrivendo uno spettacolo teatrale sulla fine di un'amicizia, ma sempre in chiave umoristica».
Ora hai 60mila follower e la Sciura in qualche modo è un successo?
«Oddio... Successo è un parolone, diciamo che stiamo andando bene, sono sulla direzione giusta. È un numero che mi sembra ancora un po' irreale. È una responsabilità. Quando ero più giovane seguivo persone che davano consigli sbagliati su alimentazione o sport, senza avere le competenze. Questo mi ha insegnato a essere molto consapevole nell'uso delle parole. Cerco sempre di rendere chiaro il mio punto di vista, e anche se il personaggio è comico, c'è sempre una riflessione dietro».
Obiettivo?
«Vivere del mio lavoro da attrice.
Ora insegno ancora yoga per garantirmi un introito mensile. Poi quando sarò ricca e famosa e avrò vinto un bel po' di Oscar comprerò la mia townhouse a Brooklyn e con il mio dalmata ci trasferiremo li. E porterò anche il mio fidanzato».
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