Negozi chiusi e rieducazione: la sua visione inquietante

Non solo software, azioni e proprietà. L'eredità di Casaleggio è politica e intellettuale

Negozi chiusi e rieducazione: la sua visione inquietante

Milano - Non solo software, azioni e proprietà. L'eredità di Casaleggio è politica e intellettuale. Alla carriera di imprenditore ha sempre affiancato quella di pubblicista e divulgatore della sua particolare filosofia della Rete. Il suo ultimo libro Veni, vidi, web - pubblicato esclusivamente in digitale nel dicembre scorso - col senno di poi appare come un vero e proprio testamento politico.

Centri commerciali rasi al suolo. Macellai, taxi, tabaccai e librerie serrati. Nelle strade solo monopattini e biciclette, perché le auto private sono vietate. Come il possesso di immobili superiore ai cinque milioni di euro: messo al bando. Chi viola la legge finisce in un centro di rieducazione yoga gestito da neomaoisti. Sembra la Corea del Nord di Kim Jong Un, invece è l'ultima visione del fondatore dei Cinque Stelle. Internet, nelle previsioni di Casaleggio, ci salverà dalla crisi e allo stesso tempo ci affrancherà dal lavoro, ci regalerà tempo libero, una qualità superiore della vita e anche il cielo terso sopra di noi. E poi prenderà piede la filosofia del downshifting, cioè uno stile di vita rilassato, più naturale. «Perché lavorare un mese intero per comprare un capo firmato, o una settimana per acquistare uno smartphone?», s'interrogava, trovando poi risposta nella solita ricetta della «decrescita felice»: tutti più poveri e più contenti. Di avere il frigo vuoto. Un incubo, praticamente. Ma internet - diceva il guru - ci porterà soprattutto una nuova classe politica trasparente, perfetta e incorruttibile. Leggiamo cosa scriveva: «Corrotti e corruttori sono esposti in apposite gabbie sulle circonvallazioni delle città. Ogni cinque anni si vota on line per una nuova costituzione e si rinnova il patto sociale nei diversi Paesi. La parola mercato si usa solo per il mercato rionale. Nelle cariche politiche e istituzionali si alternano per un tempo limitato e per solo spirito civile, cittadini estratti a sorte (...). Il cittadino deve dedicare dalla maggiore età di 16 anni, due ore al giorno alla comunità. All'Onu ogni Stato ha gli stessi diritti degli altri. Nessuno ha più diritto di veto. La Palestina, il Tibet e il Kurdistan sono diventati Stati membri».

Una visione distopica della realtà che Casaleggio aveva già declinato in due video diffusi prima della nascita del Movimento Cinque Stelle: Gaia e Prometeus. Filmati nei quali pronosticava il futuro del mondo: nel 2020 una guerra mondiale distruggerà San Pietro e i simboli dell'Occidente, esplosioni nucleari e catastrofi climatiche ridurranno la popolazione mondiale a un miliardo di abitanti. Poi la rinascita grazie alla rete: una società virtuale nella quale esisti solo nei social network e un governo mondiale che sostituisce religioni, ideologie e movimenti politici.

È una delle tante visioni di Gianroberto Casaleggio e somiglia tanto alle profezie di Alexandre Saint-Yves d'Alveydre, esoterista e filosofo ottocentesco, massimo teorico della tecnocrazia che voleva sostituire ai politici una casta di macchine. Ma allora non c'era internet.

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