Dal decreto fiscale salta la bozza anti evasione che il ministero della Giustizia ha inviato al dicastero dell’Economia. La norma che prevede il carcere per chi evade oltre i 100mila euro, tanto caro al ministro Alfonso Bonafede, ha spaccato la maggioranza con Pd e LeU decisamente contrarue a inserire il provvedimento nel decreto del Mef.
“Sarà fatta una valutazione politica ai massimi livelli”, rivelano alcune fonti all'HuffPost, ossia tra il premier Giuseppe Conte e i capi delegazione dei partiti che compongono la maggioranza giallorossa. Nulla da fare, dunque, per lunedì, ma casomai se ne riparlerà in occasione della legge di bilancio. "Io penso che il carcere sia giusto. Altrimenti sarebbe come la solita cosa fatta la legge trovato l’inganno”, ha aggiunto spiegando che questo tema così delicato non può restare confinato su un impianto meramente giudiziario ma " va collocato dentro lo strumento per combattere l’evasione fiscale". La bozza della norma scritta dal ministro Bonafede prevede pene molto più alte per gli evasori e soglie di punibilità più basse, anche di un terzo o di un quarto. Ma non solo. Dà anche la possibilità di confiscare i beni dei condannati ed estende la responsabilità amministrativa alle società per i reati tributari.
Il viceministro all’Economia, Antonio Misiani, ricorda che il carcere per gli evasori è già previsto con pene fino a 6 anni. Pene che Bonafede vorrebbe innalzare fino a otto anni.
“È chiaro che quando si va ad aggredire una massa enorme di risorse sottratte al fisco, parliamo di 110 miliardi ogni anno, 36 di Iva, 33 di Irpef, 8,5 miliardi di Ires e 11 di contributi, è una galassia multiforme, inevitabilmente bisogna mettere in campo una strategia composta da più misure", aggiunge Misiani, sicuro che dal primo gennaio partirà anche la digital tax.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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