Enrico Letta ha ottenuto un grande risultato: mettere d’accordo tutte le correnti del Partito democratico. Peccato per lui, però, che l’intesa riguardi il giudizio, negativo, sul suo operato. Dalla sinistra dem agli ex renziani, è un ribollire di lamentele e di preoccupazione per la strategia che sta seguendo il Pd. O meglio, per la mancanza di una precisa strategia. “Letta sta davvero scontentando tutti. Ormai si va avanti a colpi di scena”, dice un deputato che pure aveva accolto con favore l’elezione del nuovo segretario. Un’improvvisazione politica che sta disorientando gli stessi esponenti del partito che hanno voluto Letta a capo della segreteria.
Letta senza linea
Il motivo del malcontento è così spiegato: “Non si capisce se siamo favorevoli al confronto con Salvini sui temi più importanti, nel rispetto delle differenze, o se cerchiamo solo i pretesti per lo scontro. Andrebbe bene qualsiasi cosa, anche l’aumento della tensione con la Lega, purché sia chiara la linea da seguire. Perché così diventa tutto difficile”. Un’altra fonte parlamentare sottolinea come ci siano malumori sul rapporto intrattenuto con Palazzo Chigi. “Abbiamo detto che il governo Draghi era il nostro governo. Adesso non si capisce se Letta sta più con il presidente del Consiglio o preferisce ancora inseguire il Movimento 5 Stelle. Sembra, soprattutto negli ultimi giorni, che continui a subire l’azione di Giuseppe Conte”. Ancora una volta, quindi, torna al centro la questione degli alleati, in particolare i grillini.
E ci sono in sospeso altri capitoli. “Sulle riforme costituzionali cosa vogliamo fare? Molto bella la battaglia per il voto ai 16enni, ma serve qualcosa in più dopo la riduzione del numero dei parlamentari. Per esempio: che tipo di legge elettorale vuole il Pd? Si oscilla dal proporzionale al maggioritario, quando sarebbe necessario prendere posizione sul proporzionale. Perché su questa base abbiamo votato il taglio della rappresentanza parlamentare”, lamenta un altro deputato. In questa fase di sostanziale stallo, qualcuno avrebbe preferito un impulso diverso, almeno sui temi si cui poter incidere davvero. Spiega una fonte dem: “Tutte le battaglie promosse da Letta sono impossibili da realizzare. Lo sanno tutti e credo ne sia consapevole lo stesso segretario”.
Proposte irrealizzabili
Sotto osservazione c’è la dote giovani, da introdurre attraverso la tassa di successione. “Sul contenuto possiamo anche essere d'accordo. Ma chi può pensare che venga approvata da questa maggioranza?”, è il ragionamento che circola tra i dem nei corridoi di Montecitorio. Medesimo discorso viene proposto per altre iniziative di bandiera, dallo Ius Soli al ddl Zan. Per i parlamentari, la riforma della cittadinanza è impraticabile, qualche speranza si intravede sulla legge relativa all’omofobia. “La questione – osserva un parlamentare di lungo corso – è che gli elettori capiscono che non abbiamo portato a casa nulla sui temi per cui ci siamo battuti”. Quindi? “Metteranno tutto nella lista degli obiettivi mancati e ci puniranno”, è la fosca previsione.
Tuttavia, Letta può stare certo di una cosa: nessuno metterà in discussione il suo ruolo, almeno fino alle Amministrative autunnali. Ma, come già emerso nei giorni scorsi, alcune sfide sono cruciali, con gli occhi puntati su Roma e Torino.
E c’è, infine, chi rimanda la questione a dopo l’elezione del Presidente della Repubblica. “A quel punto non ci si potrà sottrarre da un congresso”, è la sintesi del discorso. Insomma, parafrasando qualcuno, Enrico può stare (ancora) sereno. Appena per qualche mese.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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