Nella cucina di Erdogan assaggiatori anti-veleno

Come nell'impero ottomano, il Sultano ha paura di essere ucciso con il cibo

Nella cucina di Erdogan assaggiatori anti-veleno

Nel suo palazzo faraonico (per costruire il quale il popolo turco è costretto a pagare più tasse), mancavano solo loro: gli assaggiatori anti-veleno. Il «sultano» Recep Tayyip Erdogan appare ormai completamente fuori controllo. Più che un capo di Stato, sembra un despota. Per lui: lusso, lusso e ancora lusso. Roba da far venire le convulsioni al nostro spartano Mattarella. Che abiterà pure tra lo splendore del Quirinale, tuttavia neppure lontanamente paragonabile allo sfarzo del Palazzo Bianco, la nuova «Residenza Erdogan» costata più di 350 milioni di euro, al centro di violente polemiche tra governo, opposizione e ambientalisti. La «Casa Bianca turca» come l'hanno ribattezzata ironicamente i critici, ha sostituito la vecchia sede della presidenza a Cankaya, che dal 1923 ha ospitato gli 11 capi di stato eletti prima di Erdogan. Il gigantesco palazzo in stile neo-selgiucchide (la dinastia turca che ha governato su Anatolia e Asia centeale tra l'XI e il XIII secolo) ha più di 1.150 stanze e si estende su una superficie di 300 mila metri quadri (ben più di Casa Bianca, Cremlino e Buckingham Palace messi insieme). E in un tale super-edificio (per realizzarlo è stata abbattuta un'intera foresta alla periferia di Ankara) poteva mancare una squadra di «assaggiatori» con l' incarico di impedire che qualcuno avveleni il presidente islamico-turco? Certo che no.

Il rischio che un infiltrato con le sembianze di Cracco tenti di uccidere Erdogan attraverso bevande o alimenti, è remoto. Ma meglio non correre rischi, si sono detti i responsabili della sicurezza del presidente. Il medico personale di Erdogan, che è anche deputato del partito islamico Akp, Cevdet Erdol, ha rivelato ieri che un team di cinque «assaggiatori» è in azione almeno 14 ore al giorno. La speciale squadra - precisa l' Ansa - analizza sistematicamente cibo e bevande prima che li consumi il presidente. I campioni sono trasmessi a laboratori di fiducia ad Ankara e Istanbul. Qualunque cosa lui mangi o beva viene analizzata per verificare che non contenga materiali radioattivi, chimici, metalli pesanti, batteri». Tutto viene controllato non solo nel Palazzo Bianco di Ankara, ma anche durante i viaggi del «sultano» in Turchia e all'estero. «Ormai - ha spiegato il dottor Erdol - gli assassini di personalità non avvengono più a fucilate, ma con metodi più sottili, spesso usando gli alimenti, nei quali possono essere introdotti veleni o sostanze radioattive». Signore incontrastato della politica turca da ormai 13 anni, Erdogan, 61 anni, denuncia regolarmente, soprattutto quando è in difficoltà, «complotti» interni o stranieri contro di lui e contro il suo governo.

Questa volta è il turno di presunti «attentati gastronomici». Nulla di meglio che mangiarci su. Del resto a tavola non si invecchia mai; anche se, a volte, ci si può rimane secchi direttamente.

Comunque sia, buon appetito.

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