Dalla scrittura del Presidente del Consiglio Giuseppe Conte emerge una personalità determinata, con una buona energia vitale che gli permette di affrontare i problemi inerenti all’incarico politico, con fermezza e risoluzione. L’eccessivo controllo, che si nota anche nel linguaggio corporeo, fatto di un’eleganza sobria, di un’espressione linguistica misurata e convincente, per cui niente è fuori posto, denota come egli sappia esprimere le proprie opinioni con garbo e misura, cercando di apparire gradevole e credibile. Forse però, il nostro Presidente non ha fatto i conti con il proprio mondo pulsionale, legato ad un Super-ego che diventa facilmente censore, sfociando in un idealismo, che lo porta vivere la politica come una “fede” (grafia con alternanza di pressione, margine destro assente e sinistro ampio e tratto un po’ congestionato). Ma è soprattutto la firma, che si discosta molto dal tipo di gesto presente nella scrittura, a mettere in luce come la conquista sociale sia per lui un “riscatto sognato” e da difendere a tutti i costi: una paternità conquistata che non intende cedere a nessuno. Ciò è sostenuto anche da capacità autoaffermative e decisionali, supportate da un discreto corredo cognitivo che gli conferisce sicurezza in se stesso.
Questa persistenza nelle proprie convinzioni potrebbe portarlo a difettare di oggettività perdendo parte di quel bon-ton che lo contraddistingue e rischiando di lasciarsi trasportare dall’emotività. È proprio questa nota di suggestionabilità, legata al timore di perdere la “paternità politica”, che potrebbe portarlo a farsi prendere la mano scendendo anche al compromesso. (Clicca qui per guardare la firma di Conte)- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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