Nata e morta poco dopo. Probabilmente per annegamento. È il tremendo destino toccato a una neonata partorita ieri mattina a Piove di Sacco, in provincia di Padova, in un appartamento sopra un locale notturno, il club Serale, in cui lavora la madre.
La piccola sarebbe stata annegata dalla madre, una 29enne italiana, ricoverata in ospedale a Padova e arrestata dopo poche ore. A dare l'allarme è stata la donna stessa, che ha chiamato il 118. Sul posto il sostituto procuratore di turno, Sergio Dini, che sta coordinando le indagini e sentendo i testimoni.
Sulla vicenda indagano, per l'ipotesi di infanticidio, i carabinieri di Padova: la 29enne non risulta essere al momento in stato di fermo. I fatti si sono verificati al primo piano di uno stabile in cui lavorano e dormono diverse ragazze.
L'autopsia sul corpicino della bimba fugherà ogni dubbio, ma gli inquirenti sono certi che la morte sia avvenuta per cause non naturali.
La triste storia apre una voragine su un problema sociale: la maternità non voluta ma risolta nel peggiore dei modi.
E pensare che le strade per salvare la bambina senza doverla per forza tenere c'erano. La 29enne avrebbe potuto partorire in ospedale e non riconoscere la piccola nel più totale anonimato, avrebbe potuto abbandonarla e affidarla alla ruota, la culla per la vita. Pur non essendocene una a Piove di Sacco, sarebbe potuta andare nei paesi vicino, a Schiavonia e Camposampiero. Avrebbe potuto chiedere aiuto a un consultorio. Ma niente, la donna non ha chiesto aiuto a nessuno, nè prima nè durante il parto. Per questo l'amarezza in paese è enorme. È come se qualcosa nella macchina sociale non avesse funzionato.
Le domande a cui rispondere sono parecchie e molti aspetti della vicenda verranno chiariti nelle prossime
ore. Ma il retrogusto delle possibili risposte è già squallido. La donna era sola e lavorava nel club sopra il quale abitava. È possibile dovesse nascondere la gravidanza a qualcuno? Magari per paura di perdere il lavoro?
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