Meloni: "Nessuna incoerenza sull'Arabia"

La premier all'opposizione: "Mai cambiato idea sui rischi del proselitismo in Europa"

Meloni: "Nessuna incoerenza sull'Arabia"
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Si chiude con la tappa nel Regno del Bahrein la visita nei Paesi del Golfo della presidente del Consiglio Giorgia Meloni. Una missione che rafforza il ruolo politico e commerciale dell'Italia nel Golfo. Alle opposizioni che rinfacciano alla premier di aver cambiato opinione sui paesi del Golfo, Meloni ribatte: «L'opposizione mi rinfaccia qualsiasi cosa ma non c'è contraddizione fra quello che dicevo ieri e quello che faccio oggi nel rapporto con l'Arabia Saudita. Italia e Arabia Saudita sono due Nazioni che hanno interesse a stringere accordi strategici in materie come l'energia, il rapporto con l'Africa, la difesa, gli investimenti. Altro tema che io ho posto in passato è la questione di chi dovesse favorire attività di proselitismo in Europa. E su questo io non ho cambiato idea». Nella tappa in Bahrein, la premier incontra il Re Hamad bin Isa Al Khalifa e il Principe Ereditario e Primo Ministro Salman bin Hamad Al Khalifa: si tratta della prima visita di un capo dell'esecutivo italiano nel Regno. Sul tavolo del bilaterale vari dossier: Medio oriente, immigrazione e conflitti interreligiosi. «L'Arabia saudita - spiega Meloni - è un attore chiave non solo per la collaborazione economica, ma anche per la stabilizzazione di tutta l'area del Medio Oriente. Per il consolidamento della tregua su Gaza e la ripresa del processo verso i due popoli e i due Stati». Andando poi al cuore della questione: la normalizzazione dei rapporti tra Arabia Saudita e Israele è il passaggio chiave. «In Libano - argomenta Meloni - Riyad ha avuto un ruolo chiave nel lavoro che si sta facendo per rafforzare le istituzioni libanesi, particolarmente con l'elezione del nuovo presidente Aoun e anche in Siria è un paese impegnato alla stabilizzazione». Soprattutto in virtù del fatto che il Regno del Bahrein occupa la presidenza di turno della Lega Araba.

Cruciale anche il tema dell'immigrazione illegale con cui Roma cerca una sponda nel Golfo. Sulla proposta di Trump di svuotare Gaza e spostare i palestinesi tra Egitto e Giordania, la presidente del Consiglio rileva «che il presidente Usa dice una cosa molto giusta quando dice che la ricostruzione di Gaza è una delle sfide principali che abbiamo di fronte e che per riuscire serve un grande coinvolgimento della comunità internazionale». Parlando di Trump, Meloni si è soffermata anche sulla questione dei dazi che il tycoon ha minacciato nei confronti dell'Europa. Meloni dice di «comprendere il punto di vista Usa che pongono la stessa questione che ad esempio noi poniamo nei confronti della Cina». «Del resto, la questione del surplus commerciale - ricorda la premier - non nasce con la presidenza Trump, è una questione che le amministrazioni americane hanno posto spesso. Nel 2023 tra Europa e Stati Uniti nel commercio di beni c'era un surplus a favore dell'Europa di oltre 150 miliardi. È un dato importante, dopodiché se si andasse a guardare al dato più complessivo e si coinvolgesse ad esempio il tema del commercio dei servizi allora lì ci sarebbe un surplus commerciale a favore degli Stati Uniti di circa 100 miliardi. Quel che è certo, per lei, è che uno scontro non conviene a nessuno: il dialogo e una soluzione equilibrata e bilanciata sono il modo per affrontare il tema».

Il rientro in Italia del presidente del Consiglio è atteso da dossier caldi per la maggioranza. Soprattutto il tema immigrazione ritorna centrale nell'agenda dell'esecutivo con il trasferimento di 49 immigrati nei centri in Albania.

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