"Nessuno vuole una guerra, pesa la minaccia degli Usa. Ma attenzione a Erdogan"

Intervista a Ely Karmon. esperto di terrorismo: "La forza Onu in Libano? È una barzelletta"

"Nessuno vuole una guerra, pesa la minaccia degli Usa. Ma attenzione a Erdogan"
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Ely Karmon è un ricercatore esperto dell'Istituto internazionale per l'antiterrorismo ad Herzliya in Israele, che conosce bene Hamas, Hezbollah e l'Iran.

Dopo le eliminazioni mirate esploderà un conflitto regionale con Libano e Iran?

«Per ora Hezbollah, Iran e Israele non vogliono una guerra regionale. L'amministrazione americana ha chiarito, due volte nelle ultime ore, che interverrebbe per aiutare Israele se scoppiasse un conflitto totale. Le forze navali americane nel Golfo si stanno posizionando per ogni eventualità. La guerra a Gaza non è finita e diventa complicato combattere un'altra su vasta scala con Hezbollah. Al momento Israele sta cercando di mantenere sotto controllo l'escalation».

L'annunciata rappresaglia iraniana potrebbe colpire i leader dello Stato ebraico?

«Può essere che vogliano provarci, ma non penso che siano in grado di farlo. Punteranno contro obiettivi strategici militari o civili. E potrebbero congegnare un attacco coordinato assieme a Hezbollah».

E gli altri alleati locali in Medio Oriente?

«I miliziani filo iraniani si sono già scontrati nelle ultime ore con gli americani sia in Irak che in Siria. Gli Houthi sembrano essersi calmati dopo la distruzione delle infrastrutture portuali e della raffineria di Hodeida (colpite dai raid aerei israeliani, nda). È intervenuta l'Arabia Saudita che vuole trovare un accordo definitivo per lo Yemen».

E adesso che fine faranno gli ostaggi israeliani ancora in mano ad Hamas?

«Sono oltre 100 (vivi o morti, nda) e c'è una forte pressione dell'opinione pubblica per ottenere la loro liberazione. Le trattative per un cessate il fuoco e il rilascio degli ostaggi, però, venivano già sabotate prima dell'uccisione di Haniyeh, sia da parte del primo ministro israeliano (Benjamin Netanyahu nda) sia dalla stessa Hamas».

Chi sostituirà Haniyeh?

«Khaled Mashal potrebbe prendere il suo posto mettendo le mani sulle entrate finanziarie dell'organizzazione. Non è chiaro se sarà in grado di influenzare Yahya Sinwar (il capo di Hamas a Gaza, nda). Mashal è pro Qatar rispetto ad altri esponenti del gruppo che guardano di più all'Iran».

In Siria di fronte al Golan ci sono i Guardiani della rivoluzione di Teheran?

«Nel 2018 un accordo fra Usa, Giordania e Russia obbligava tutte le forze dei Pasdaran e di Hezbollah a ritirarsi 80 chilometri più a Nord. Non l'hanno mai fatto del tutto. Non solo: gli iraniani hanno importato nella zona i miliziani sciiti dall'Afghanistan e dal Pakistan».

La Turchia potrebbe reagire all'uccisione di Haniyeh?

«Erdogan (il presidente turco, nda) è l'unico leader pro Hamas della Nato. Nella zona di Istanbul è pronta da tempo una flotta civile che voleva dirigersi verso Gaza per rompere l'embargo. Può essere che adesso decida di farla salpare».

Cosa pensa delle truppe Onu, compresi gli italiani, che dovrebbero fare da cuscinetto nel Sud del Libano?

«Hezbollah ha a disposizione un grande arsenale di droni kamikaze, razzi e missili contro carro, i Kornet (teleguidati russi, nda). La nuova versione è potenziata con una gittata di 12 chilometri. Significa che possono colpire le nostre basi militari nel Nord e avviene spesso.

Israele ed Hezbollah fanno attenzione a non centrare per sbaglio i caschi blu, che non penso siano in grado di pattugliare seriamente l'area a causa degli scontri. Le forze delle Nazioni Unite in Libano sono una barzelletta».

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