Le forze speciali della polizia francese l'hanno ucciso nel buio del suo quartiere, Neudorf, in un magazzino: era armato di pistola e coltello. Proprio lì si sono concentrati i primi controlli. Ma nulla. Nel pomeriggio scattano almeno due blitz. Un altro in serata con degli spari ed elicotteri in volo, poi la notizia dell'eliminazione fisica. «Neutralizzato» con colpi d'arma da fuoco dalle forze speciali intorno alle 21. Oltre 600 le chiamate arrivate al centralino prima che la caccia all'uomo finisse nel sangue. Molte dicevano di aver visto Chekatt nel quartiere dove il tassista lo aveva lasciato dopo la strage. Il bilancio dell'attentato ai mercatini è di tre morti colpiti alla testa con una calibro 8 e 13 feriti: sei in gravissime condizioni. Ma dopo la perquisizione dell'appartamento parigino della sorella, dove la polizia ha fatto irruzione alle 14 trovandola col marito e l'altra sorella, ma considerandole estranee alla vicenda, anche Cherif Chekatt è stato ucciso.
C'era stato prima un quinto fermo: un «membro della cerchia» del presunto responsabile della strage di Natale. Confermata la custodia per il padre dell'attentatore, la madre e i due fratelli. La domanda sul perché il 29enne francese non abbia ucciso anche il tassista (che lo ha di fatto sottratto alla polizia per due giorni) trovava intanto risposta: graziato perché dichiaratosi «musulmano praticante rispettoso della preghiera» e dei precetti del Corano, rivela Le Parisien. Oltre alle armi, nella casa dell'attentatore è stato trovato anche un manuale del jihad ma nessuna traccia di affiliazione all'Isis. Il modus operandi lascia però pochi dubbi sulla natura del gesto. Anche a fronte della testimonianza del tassista, che spiega: «Mi ha detto di aver ucciso per vendicare i fratelli morti in Siria», scrive Le Parisien.
Il quotidiano raccoglie anche la testimonianza di un ex carcerato, che nel 2007-2008 ha condiviso la detenzione col 29enne, a Saint-Mihiel: «Fino a dieci anni fa era solo un ladruncolo, prediligeva la Germania rispetto all'Alsazia e mi parlava spesso di un cugino come complice». La procura tedesca ieri ha aperto un fascicolo per «omicidio» dopo quella di Parigi. E spunta il video in cui nel 2016 svaligiava una farmacia a Engen, nel Baden-Württemberg, rubando 315 euro con un cacciavite prima d'essere catturato.
Per Thomas Röder, il suo ex avvocato, Chekatt potrebbe avere dei complici oltreconfine in questi due giorni. Proprio da oltre Reno avrebbe ricevuto una telefonata prima della strage di martedì, alla quale non ha risposto. Ma è polemica per la diffusione tardiva dell'identikit da parte della polizia, che forse avrebbe accelerato la ricerca.
Solo 24 ore dopo la sparatoria (quando martedì sera i giornali ne erano già in possesso) si è infatti deciso di far circolare la foto che ha permesso alla cittadinanza di contribuire alla caccia all'uomo. «Troppo tardi, sarebbe stata più utile la sera stessa», ammette off the record una fonte di polizia. Il ministro dell'Interno Cristophe Castaner in serata è tornato a Strasburgo.
Oggi assisterà alla riapertura del mercato: «È un simbolo nazionale, non cederemo all'oscurantismo, lo controlleremo meglio», dice annunciando 224 inquirenti per l'inchiesta. Per tutto il giorno, controllo capillare di auto e tir all'imbocco dell'autostrada che porta in Germania. Ma i turisti sono ormai evaporati.
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