Alle ore 18 è ripresa l'erogazione dell'acqua e a Capri tutto sta tornando alla normalità. Ma l'isola esce da due giorni di caos completo, arrivato proprio nel cuore della stagione turistica. Per qualche ora si è temuto il peggio. Niente acqua dai rubinetti di un'area dell'isola, a secco alcune aree del comune di Anacapri. Tanto che il sindaco, fresco di elezione, ha emanato ordinanze «da emergenza» e si è trovato costretto a bloccare i turisti: «Niente sbarchi sull'isola, manca l'acqua».
E lo stop nel giro di poche ore è stato esteso anche a chi ha già prenotato o ha la seconda casa. Gli unici sbarchi consentiti sono stati quelli ai clienti delle strutture ricettive «con disponibilità di risorse idriche sufficienti a garantirne l'ospitalità» e che presentavano alla biglietteria dell'imbarco la prova della prenotazione. Inutile specificare la portata delle code alle biglietterie dei traghetti, le file al supermercato e i prezzi delle bottiglie d'acqua improvvisamente saliti alle stelle. I comuni hanno istituito un'unità di crisi congiunta, a cui ha partecipato anche l'associazione degli albergatori. Inizialmente si è pensato a un guasto delle tubature dovuto a una bolla d'aria.
Poi si è pensato a un tappo di materiale accumulato che impediva all'acqua di arrivare alla rete di distribuzione. I problemi infatti sarebbero cominciati dopo i lavori effettuati lo scorso 20 giugno sulla Strada Statale 145 nel comune di Castellammare di Stabia. La società Gori (che si occupa della fornitura di acqua potabile) ha messo a disposizione un'autobotte dove i cittadini si sono potuti rifornire con le proprie taniche. Limite massimo: 25 litri di acqua a famiglia. Ma non sono mancate le polemiche. Al termine della riunione dell'unità di crisi, il sindaco ha attaccato la società Gori: «Ci sta rassicurando da 48 ore, ma è una gravissima mancanza. In teoria doveva essere risolto tutto entro mezzogiorno ma così non è stato». L'acqua è tornata in serata.
Il prefetto di Napoli, Michele di Bari, ha lanciato un monito: «Va predisposto assolutamente un piano B. Chi ha la responsabilità del servizio idrico deve farsi carico di un piano B, soprattutto per le isole». Martedì ci sarà una riunione: «Voglio integrare il piano di protezione civile con nuove misure - spiega Di Bari - Ovviamente sarà la Gori a stabilire quali saranno queste misure e ci saranno riferite. Io immagino una nave cisterna ad hoc, delle autobotti che sono lì sul posto. Il piano B è necessario». L'Unione nazionale dei consumatori sta pensando a una class action per il risarcimento danni, se saranno accertate le responsabilità del disagio della società Gori. «È comunque inspiegabile - precisa l'Unc Capri - che nel 2024 ci ritroviamo in un paese di mare, senz'acqua.
I comuni, ove mai possibile, e le nuove amministrazioni comunali, inizino a valutare la realizzazione di un impianto di dissalazione per utilizzare una delle nostre risorse maggiori, il mare».«Questo episodio è l'ulteriore riprova della vetustà della rete idrica che necessita di un rapido ammodernamento» interviene Vittorio Cuciniello, ad della Gori.
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