Il no alle nozze gay proietta Marchini verso il ballottaggio

Primi effetti della presa di posizione del candidato azzurro. Il sondaggista: "Gli frutterà almeno due punti". E il Cavaliere è convinto che crescerà ancora

Il no alle nozze gay proietta Marchini verso il ballottaggio

Il giorno dopo la sperimentazione del format del comizio a tre punte, con Alfio Marchini e Guido Bertolaso, Silvio Berlusconi non nasconde la propria soddisfazione. I candidati riuniti sullo stesso palco hanno mostrato la giusta alchimia. Il gioco di sponda, con il reciproco riconoscimento e la costituzione di fatto di un ticket, ha funzionato bene. La sensazione diffusa a Palazzo Grazioli è che il candidato Marchini sia destinato a crescere e ci siano ancora spazi per guadagnare consenso (anche se l'esclusione di Stefano Fassina suscita qualche preoccupazione visto che potrebbe favorire Roberto Giachetti e aumentare le sue chance di arrivare al ballottaggio).

L'imprenditore romano è finito nel mirino di molte critiche per la dichiarata indisponibilità a celebrare matrimoni gay e per le sue parole sulla sacralità del matrimonio. In realtà questa uscita potrebbe consolidarne il consenso stando a quanto dice Nicola Piepoli, fondatore dell'Istituto Piepoli: «Alfio Marchini è l'unico che potrebbe vincere contro la candidata M5S Virginia Raggi ma ha bisogno di almeno due o tre punti in più per essere sicuro di arrivare al ballottaggio». «Con le affermazioni fatte sulle unioni civili - spiega - Marchini ha guadagnato un paio di punti e forse la vittoria. A Roma l'appoggio della Chiesa è ancora molto importante, a differenza di Milano, dove si giudicano le cose in maniera laica».

L'idea di fondo emersa nella riunione di martedì a Palazzo Grazioli con Berlusconi, Marchini e Bertolaso è che non bisogna stravolgere il modus operandi del candidato, ma assecondarne l'identità e le capacità. Ad esempio Marchini gradisce più eventi che contemplino il contatto diretto con le persone piuttosto che i classici comizi di piazza ed è su questi che si dovrà puntare. Anche Alessandra Mussolini si sta muovendo parecchio per i quartieri mettendo a disposizione la sua capacità di entrare in empatia con le persone.

Altrettanto decisiva sarà la capacità dei candidati consiglieri di attrarre consenso. Di loro si sta occupando Alessandro Cattaneo che anche attraverso un piccolo manuale ad hoc gli sta consigliando di affidarsi sì ai social, ma di mettersi in gioco nel rapporto diretto con la gente, fattore fondamentale in una elezione comunale. Quindi sono utili le nozioni di comunicazione, ma serve soprattutto disponibilità 24 ore su 24, spontaneità e capacità di metterci la faccia. Si lavora anche per far comprendere al meglio agli elettori le modalità del voto visto che tra la possibilità di voto disgiunto e le preferenze di genere si rischiano sorprese amare. Per questo Berlusconi oggi riunirà i coordinatori regionali e i «controllori del voto» coordinati da Fulvio Martusciello. Sullo sfondo si inizia anche a ragionare sulla prospettiva politica post-referendum. Nel caso in cui nella consultazione di ottobre il «No» al Ddl Boschi dovesse avere la meglio Berlusconi, intervenendo ieri, ha avanzato l'ipotesi di un governo di unità nazionale che riveda la riforma costituzionale, eliminandone anomalie e difetti.

L'alternativa che inizia a circolare è quella di una Commissione bicamerale per le riforme. Prima però bisognerà lavorare per convincere più elettori possibile a recarsi alle urne contro ciò che Berlusconi continua a definire il frutto del «disegno autoritario» di Renzi.

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