"Noi moderati vinceremo perché siamo i soli a fare gioco di squadra"

L'ex calciatore Beppe Incocciati corre al Senato per gli azzurri «I ragazzi temono il futuro: li aiuterò così»

"Noi moderati vinceremo perché siamo i soli a fare gioco di squadra"

Roma - Una vita nello sport come calciatore del Milan, ma anche di Atalanta, Pisa, Napoli, Bologna e Ascoli. Poi la carriera da allenatore e da commentatore televisivo. La passione per la politica. E ora la sfida della candidatura per il Senato nelle liste di Forza Italia del Lazio.

Giuseppe Incocciati, come è nato il suo rapporto con la politica?

«Quando decisi di occuparmi della mia città, Fiuggi, chiesi un incontro a Berlusconi. Ci incontrammo negli spogliatoi di San Siro, mi diede tutto il suo sostegno. Vincemmo e per 5 anni ho fatto l'assessore allo Sport. Da allora ho continuato a militare in Forza Italia».

Cosa le chiedono le persone?

«Di fare qualcosa per il futuro dei nostri giovani, una preoccupazione che riguarda sia chi ha titoli di studio, sia chi non ne ha. Io sono un figlio del popolo, so che il mio passato sportivo attira e incuriosisce, ma voglio aiutare il nostro presidente a lasciare ai nostri figli un Paese migliore, come fecero con noi i nostri padri».

Lei ha un rapporto forte con Antonio Tajani.

«Sì, mi considero un suo figlio politico. È una persona perbene che ha valori importanti, un uomo di grande equilibrio. Sono felice che mi abbia proposto, sa che sono uno affidabile».

Cosa porterà della sua esperienza sportiva in Parlamento?

«Innanzitutto io posso contare sull'imprinting della mia famiglia e sui saldi valori del cristianesimo. Lo sport mi ha insegnato a giocare di squadra e a rispettare le regole».

Se penso a calciatori impegnati in politica mi vengono in mente molti ex Milan: da Rivera a Kaladze, da Galli a Weah.

«L'immagine di Weah commosso sul balcone, appena eletto presidente della Liberia, rappresenta una immagine bellissima e un esempio straordinario. Ci dice quanto è importante il richiamo delle radici e della propria terra. Spero anch'io di poter portare qualcosa di nuovo in un momento non felice per il nostro Paese».

Qual è l'elemento di forza del centrodestra?

«È l'unico che può davvero giocare di squadra».

Il calcio italiano è in crisi. La politica può fare qualcosa?

«La crisi dura da molti anni. Io credo sia necessario rilanciare l'educazione fisica fin dalle scuole materne con criteri seri e professionisti adeguati, unendo l'aspetto ludico alla crescita individuale. Oggi i ragazzi sono sempre più sedentari, attaccati ai cellulari, vivono lo sport in maniera passiva, devono tornare a mettere fuori il naso e apprezzare il sacrificio, come avveniva ai nostri tempi. Il calcio, in questo senso, è anche una educazione alla disciplina, ma ci vogliono persone in grado di stimolarli. E la scuola deve aiutare, non appesantire chi vuole fare sport».

Forza Italia è il partito giusto per fare questa

battaglia?

«Certamente. Berlusconi è un grande uomo di sport, e nella nostra squadra oltre a uno che ha calcato i campi come me ci sono anche due dirigenti importantissimi come Galliani e Lotito. Un gran bel mix, direi».

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