"Noi succubi del Pd". Nel M5S vogliono la testa di Crimi

M5S in subbuglio. Il grillino "furbetto" ancora non si trova e il reggente Vito Crimi viene subissato dalle critiche dei parlamentari per non aver saputo gestire neppure questo problema

"Noi succubi del Pd". Nel M5S vogliono la testa di Crimi

Mentre sono in corso le votazioni sulla piattaforma Rousseau per consentire alla Raggi di ricandidarsi, dentro il M5S continua la caccia al “furbetto” che avrebbe percepito il bonus di 600 euro per le Partite Iva.

In questo contesto il reggente Vito Crimi appare sempre più sotto assedio. “Un capo ascoltato e di peso avrebbe già saputo il nome”, dice a ilGiornale.it un deputato pentastellato, a dimostrazione del fatto che la sua leadership traballa. “Se magari pensasse di meno a fare combriccola con la taverna e la Lombardi, riusciremmo a farci rispettare di più nei rapporti con il Pd”, aggiunge un senatore ormai allontanato dal cerchio magico di Crimi che “ormai nessuno riconosce più come capo”. “Crimi, a differenza di Grillo e Di Maio, non ha detto una parola sulla ricandidatura di Virginia Raggi”, nota un grillino che fa parte della compagine di governo che si chiede: “Qual è la linea del Movimento?” e aggiunge: “Così non sappiamo dove sbatterci la testa”. Un esponente grillino di primo piano, invece, si domanda: “Cosa stiamo aspettando? Di andare a sbattere con le sconfitte alle Regionali prima di capire che dobbiamo cambiare qualcosa nel M5S?”.

La pausa estiva non ferma neppure le polemiche interne i gruppi parlamentari. Il direttivo della Camera, composto dal capogruppo Davide Crippa e i suoi vice Riccardo Ricciardi e il tesoriere Francesco Silvestri, dopo il caos scoppiato con il voto sul rinnovo delle presidenze di commissioni, è tornato ad alzare la cresta. “Questi non hanno capito che siamo stufi di loro, che hanno fallito su tutta la linea. Se non si dimettono loro a settembre chiederemo ufficialmente le loro dimissioni”, ci dice un deputato grillino al secondo mandato. Anche al Senato le acque sono alquanto agitate. La corrente guidata da Paola Taverna sta tentando di prendere piede, ma incontra le resistenze di un gruppo di senatori capitanati da Primo di Nicola che non ci stanno a questi giochini. “Per noi Primo è considerato il saggio. Quando parla sa quello che dice e non ha mai un secondo fine. La Taverna vuole solo il potere ma non si assume mai alcuna responsabilità”, dice un senatore grillino della prima ora che ci rivela il piano della senatrice romana: “Vuole piazzare la Maiorino come capigruppo al posto di Perilli”. E mentre proseguono le faide interne ai gruppi, sono tanti i parlamentari che vorrebbero prendere il posto degli attuali ministri pensastellati.

Riccardo Fraccaro, Alfonso Bonafede, Nunzia Catalfo e Paola Pisano sono sotto la lente d’ingrandimento. “Da quando sono ministri si sono dimenticati da dove vengono. Rispondono più al Pd e ai sindacati che a noi”, ci confida un deputato al secondo mandato che ambisce ad entrare nel prossimo governo.

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