Non bastano il ko alle Europee e gli ultimi sondaggi. Quell'assurdo tam-tam sul "governo che cade"

L'opposizione sogna il ribaltone. La "chiamata" di Cacciari

Non bastano il ko alle Europee e gli ultimi sondaggi. Quell'assurdo tam-tam sul "governo che cade"
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«La disfatta», scrive La Repubblica. «La scoppola», insiste Dagospia. Dunque, come profetizza Massimo Cacciari, «il governo cadrà, Elly stia pronta». Pane, amore e fantasia. Tanta, quella dell'opposizione che vede il ribaltone. In barba ai sondaggi e al test delle ultime elezioni europee, il centrosinistra pregusta il sorpasso, evoca il cambio della guardia. Per l'occasione sembrano d'accordo perfino Matteo Renzi e Giuseppe Conte. Entrambi rivalutati da un insolitamente ecumenico Cacciari. Conte? «Non è uno stupido», risponde il filosofo ex comunista al Corriere della Sera. E Renzi? «È simpatico, è un pazzo sublime, è uno che sa di politica, l'ha fatta». «Francamente, è di un'altra categoria», cesella l'ex sindaco di Venezia, a proposito del fu rottamatore. Ma è Elly Schlein «la naturale candidata premier del centrosinistra. È quella che, all'opposizione, ha la quota di consenso più forte», è la benedizione di Cacciari durante il colloquio con Il Corriere. Come se si votasse domani per le elezioni politiche. Il filosofo ne è certo: il governo cadrà. Si aggrappa alla «manopola dello spread». Quella che «se i mercati decidono di girarla e alzarlo, in due pomeriggi esci da Palazzo Chigi». Altro che romanzi da ombrellone. Il fantasy più in voga quest'estate è la caduta del governo. Giorgia Meloni che esce da Palazzo Chigi. Anche se non si capisce bene come e perché tutto ciò debba accadere. Dato che i sondaggi continuano a quotare Fratelli d'Italia intorno al 29%, in leggera crescita rispetto al 28,8% delle europee. Addirittura l'ultima rilevazione di Swg per il TgLa7 attestava il partito della premier al 30%. Stando ai numeri, delle europee e dei sondaggi, il centrodestra è in testa.

Eppure nel campo largo già lucidano i talismani. Dallo spread al referendum costituzionale. Dal tonfo alle regionali d'autunno alle divisioni nella coalizione di maggioranza. Se Cacciari sul Corriere della Sera invita Schlein a tenersi pronta per espugnare Palazzo Chigi, Repubblica costruisce un retroscena dal titolo calcistico. Complici i postumi della Partita del Cuore, quella dell'abbraccio tra Elly e Renzi, l'istantanea che fa sognare gli architetti del campo larghissimo, il quotidiano del gruppo Gedi azzarda: «Meloni, le Regionali e l'incubo 3-0: ipotesi election day per evitare la disfatta». Dagospia riprende e sintetizza così: «A Palazzo Chigi aleggia uno spettro: la scoppola d'autunno!» L'ipotesi è un election day autunnale il 17 e 18 novembre. Una prova che vedrebbe il centrodestra sconfitto in Emilia Romagna, Liguria e Umbria. Una regione, la prima, governata da sempre dalla sinistra. La seconda che arriva al voto dopo l'arresto di un governatore. La terza, dove si fa strada lo scenario di un campo larghissimo per battere il centrodestra uscente. Da Nicola Fratoianni a Carlo Calenda, passando per Renzi e Conte.

«In Umbria il campo larghissimo sarà sinistrissimo», con i «riformisti che sacrificano le idee per il potere», dice il portavoce nazionale di Forza Italia Raffaele Nevi. La nuova alchimia sognata da Renzi, che ha aperto perfino al M5s. Un altro che non ha dubbi: «Il governo Meloni cadrà».

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