"Non c'è spazio per queste posizioni: nessuno si sogni di liberalizzare gli spinelli"

Il ministro delle Autonomie: "Questo dibattito distrae dai 300 morti per droga"

"Non c'è spazio per queste posizioni: nessuno si sogni di liberalizzare gli spinelli"

Como. Mariastella Gelmini, ministro delle Autonomie, si aspettava la posizione anti-proibizionista della collega grillina Fabiana Dadone?

«Le posizioni antiproibizioniste di parte del Movimento 5 Stelle sono note e il ministro Dadone non ha mai fatto mistero della sua posizione. Ma un conto sono le posizioni personali e un conto è la linea del governo. E non ho dubbi che da questo punto di vista non ci sia spazio per posizioni del genere. La stessa Dadone quando afferma che il tema è eventualmente di competenza del Parlamento, sa bene che non c'è una maggioranza pro-liberalizzazione della cannabis. Il vero obiettivo deve essere liberare la società dalle droghe e non legalizzare la droga».

In Fi c'è spazio per altre soluzioni su sostanze definite «leggere»?

«La distinzione fra leggere e pesanti è fuorviante e pericolosa, perché tende a dare l'idea che esistano sostanze che non fanno danni. E invece non è così. Peraltro anche le cosiddette droghe leggere sono profondamente cambiate ed è cambiato il loro consumo. Sempre più spesso ci sono sostanze chimiche che esaltano la presenza di thc. La posizione di Forza Italia è quella espressa da sempre da Maurizio Gasparri. Siamo contro la droga e contro ogni misura di legalizzazione del consumo».

La legalizzazione, per i suoi fautori, darebbe un colpo alle mafie.

«È l'argomento principe del fronte antiproibizionista e capisco che abbia una sua apparente logica. Ma se avessimo ritenuto la droga e più in generale le dipendenze una faccenda solo criminale non avremmo avuto bisogno di due giorni di convegno. Bastava riunire le forze dell'ordine. Non è solo un problema criminale: peraltro anche con la liberalizzazione della cannabis, la mafia continuerebbe a fare profitti con la cocaina. E per la verità anche con la cannabis, perché c'è un consumo diffusissimo purtroppo fra i minorenni, e voglio sperare che nessuno si sogni di legalizzare gli spinelli per i ragazzi».

Come valuta le aperture del ministro del lavoro Andrea Orlando (Pd). In un momento di emergenza per l'economia questa è la priorità?

«Questo tipo di tematiche fa presa soprattutto a sinistra e non mi meraviglia la posizione di Orlando che è comunque un politico. Non mi scandalizza ma non la condivido».

Questo tema può mettere a repentaglio la stabilità del governo?

«No. Non ci sono problemi per il governo: mi preoccupa semmai che il dibattito distragga dalla battaglia contro la droga che anche nel 2020 ha fatto oltre 300 vittime. Non ci sono droghe leggere: nei pacchetti di sigarette la dicitura light scomparirà per legge. Le pare che dal Parlamento possa passare il messaggio che esistono droghe leggere?».

Sarà il Parlamento a decidere che fare o il governo dovrà elaborare una sua azione?

«C'è l'esigenza di aggiornare una normativa vecchia di 30 anni.

Bisogna aggiornare anche le leggi, valorizzando il lavoro straordinario che su questo fronte ha fatto il privato sociale, aumentando e stabilizzando le risorse e uniformando, nel rispetto delle loro competenze, le norme delle regioni. Che spesso hanno fatto anche buone norme, come l'ultima legge della Lombardia».

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