"Non si toccano i risparmi". Il centrodestra fa muro e sventa il blitz patrimoniale

La proposta di colpire i redditi oltre 75mila euro spunta dopo il tavolo con i sindacati. Tajani: "I soldi si trovino altrove"

Il coordinatore nazionale di Forza Italia Antonio Tajani
Il coordinatore nazionale di Forza Italia Antonio Tajani

Forza Italia minaccia lo strappo. Il governo Draghi si trova a un passo dalla crisi (poi rientrata)sulla proposta di introdurre un contributo di solidarietà da applicare sui redditi oltre i 75mila euro per finanziare il fondo che dovrà sterilizzare in parte gli aumenti delle bollette. La proposta arriva a sorpresa sul tavolo della cabina di regia tra i capidelegazione di maggioranza che precede il Cdm. È il presidente del Consiglio Mario Draghi ad avanzare la proposta. Però precisando che «si tratta di una richiesta giunta al termine del vertice di giovedì sera con i sindacati».

Un blitz, quello tentato da Draghi, che spiazza Lega, Fi e Italia Viva. «I tre partiti - racconta al Giornale una fonte di governo erano all'oscuro di tutto». Spalle al muro. Per Fi è seduta al tavolo della cabina di regia il ministro per gli Affari regionali Mariastella Gelmini che poi proverà a gettare acqua sul fuoco: «Non ci sono state divisioni ma una valutazione approfondita e una risposta nell'interesse di tutti». Ma la fonte rivela un sospetto: «Pare che la proposta fosse già stata concordata con Pd e Leu». Un dubbio che semina tensioni e veleni nella maggioranza. L'indizio trova conferma nei lanci di agenzia che seguono appena la proposta di Draghi arriva in cabina di regia. Il Pd si dichiara subito a favore: «La proposta di sterilizzare per il 2022 ed 2023 gli effetti della riduzione della pressione fiscale sui redditi al di sopra dei 75mila euro è una proposta giusta», dichiarano i senatori Pd Alan Ferrari, vicecapogruppo, e Daniele Manca, capogruppo in commissione Bilancio. Leu va in scia.

Forza Italia, reduce già dalle tensioni in maggioranza sulla scelta del relatore per la legge di bilancio, non ci sta. Minaccia lo strappo. Il vice coordinatore nazionale Antonio Tajani avverte: «Se deve essere una patrimoniale ci piace poco. Sul contributo per limitare e impedire l'aumento delle bollette si possono trovare i soldi nell'applicazione della riforma Irpef, un paio di miliardi».

Non c'è intesa. Gelmini comunica a Draghi il no di Fi. Anche Lega e Italia Viva alzano un muro.

La cabina di regia si conclude con lo strappo. Non c'è solo la richiesta di una patrimoniale. Ma Draghi mette sul tavolo anche la sospensione di un anno del taglio dell'Irpef. La maggioranza non trova la quadra dopo due ore di confronto. La palla passa al Cdm che decide di archiviare la proposta sul contributo di solidarietà. Fallisce la mediazione di Draghi. Il Pd protesta: «Stop incomprensibile».

Italia Viva esulta: «Qualsiasi ipotesi che preveda un prelievo aggiuntivo, non andrebbe nella direzione che lo stesso premier ha più volte ribadito e in cui ci riconosciamo pienamente: non è il momento di prendere i soldi ai cittadini, ma di darli».

Anche la Lega rivendica il risultato: «Soddisfazione per altri 300 milioni che il governo ha deciso di recuperare da risparmi di spesa senza toccare patrimoni, risparmi e lavoro e che serviranno a calmierare gli aumenti delle bollette di luce e gas». La soluzione arriva grazie ai tecnici del Mef: dalle pieghe del bilancio, tra risparmi e fondi non interamente spesi, sarà possibile reperire fino a 300 milioni di euro, per intervenire sulle bollette. Ostacolo superato.

Ma c'è un altro sospetto che da ieri agita i partiti di maggioranza: Draghi cerca l'incidente? La richiesta di una patrimoniale sarebbe stata una proposta inaccettabile per i partiti di centrodestra. Una provocazione. Perché?

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