Non solo i "Versetti": un autore che racconta una realtà magica

Il suo libro migliore è "I figli della mezzanotte"

Non solo i "Versetti": un autore che racconta una realtà magica

Una vita passata sotto il segno del pericolo quella di Salman Rushdie, almeno dal 1988 quando lo scrittore pubblicò I versetti satanici nel 1988. Il libro conteneva una rivisitazione, romanzata e in chiave onirica, dell'episodio dell'ispirazione diabolica di Maometto, narrata nel Corano. Valse all'autore una fatwa di Khomeyni, che ne decretò la condanna a morte per bestemmia. Finirono feriti e uccisi anche traduttori ed editori esteri del libro. Tra cui anche il traduttore italiano Ettore Capriolo (ferito a coltellate).

Eppure Rusdhie ha sempre rifiutato di farsi intimorire o di accettare di veder schiacciare la sua attività letteraria soltanto ai Versetti. Nato a Bombay il 19 giugno 1947, e trasferito a Londra all'età di 14 anni, Rushdie è cresciuto in una famiglia mussulmana ma lontana da ogni radicalismo. Ha condotto i suoi studi all'Università di Cambridge. Ha iniziato a scrivere da giovanissimo all'età di dodici anni. La sua prima pubblicazione iniziò con Grimus (1974), una narrazione a metà tra la fiaba e la fantascienza che non ebbe molto successo. Seguirono I figli della mezzanotte (1981) e La vergogna (1983). Con I figli della mezzanotte (primaGarzanti poi Mondadori), complesso e strutturato romanzo costruito a incastro attorno alle vicende di Saleem Sinai e altri mille bambini nati appunto attorno alla mezzanotte del 15 agosto 1947 (giorno della dichiarazione dell'indipendenza dell'India), vinse il Booker Prize nel 1981 e ottiene un inaspettato successo popolare e critico. È meno noto dei Versetti ma è considerato dalla critica il suo libro migliore. È nella classifica dei 100 libri del secolo di le Monde e ha ha vinto il James Tait Black Memorial Prize e il Booker Prize. In Vergogna, ha invece delineato i tumulti politici in Pakistan basando i suoi personaggi su Zulfikar Ali Bhutto ed il Generale Muhammad Zia-ul-Haq.

Rushdie è sempre riuscito a caratterizzare le sue narrazioni per una sorta di realismo magico capace di mischiarela prospettiva del migrante in Europa con una vena profondamente letteraria. Ne è un esempio uno dei suoi libri più stravaganti.

La terra sotto i suoi piedi (sempre Mondadori), romanzo che fa rivivere, con una sciarada che passa per Bombay, l'Inghilterra e gi Usa, il mito di Orfeo ed Euridice. «Reincarnati» nelle due popstar Vina e Ormus. E questa è solo una parte della sua varia e poliedrica produzione. Schiacciata dal fatto che il fanatismo, armato di coltello fa parlare purtroppo solo d'altro.

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