Che cosa si fa adesso che la Regina se n'è veramente andata? Perché in fondo, fino a lunedì, giorno dei funerali di Stato, Elisabetta II è sembrata ancora presente. Anzi, la celebrazione di uno straordinario lutto collettivo aveva riunito giovani e vecchi, mettendo a tacere diatribe politiche, nascondendo angosce sociali ed esaltando l'antica forza di una comunità che si è sentita di nuovo tale, grazie al confortante pianto comune. Il giorno dopo però, il ritorno alla normalità è un esercizio faticoso che in molti tentano di addolcire condividendo i ricordi degli ultimi 11 giorni.
Sulle cassette della posta rosse, simbolo di un'Inghilterra che resiste a dispetto degli scioperi che coinvolgono anche i dipendenti della gloriosa Royal Mail, ieri si potevano ammirare molti berrettini fatti all'uncinetto raffiguranti la Regina insieme ai suoi amati cani Corgy. E sui social, i gruppi degli aderenti a questa insolita forma di attività di beneficienza (i lavori servono a raccogliere fondi per diverse cause) hanno deciso di lasciarli al loro posto fino alla prossima settimana. The Queue - ovvero la fila che nei quattro giorni prima delle esequie ufficiali ha travolto Londra con afflussi sconosciuti persino ai tempi del funerale di Churchill - si è dileguata, ma la gente ne parla ancora, nei pub come al supermercato, mentre attende alla cassa, in file quotidiane molto meno suggestive. Si condividono esperienze e sentimenti comuni che aiutano a dimenticare per un momento, i rincari dei prezzi, tornati alla ribalta una volta svanito il miracolo dei volontari che, nelle lunghissime ore di attesa lungo il Tamigi, distribuivano ogni genere di conforto persino ai giornalisti che seguivano l'evento. «Mio padre era una delle Guardie a Cavallo, a casa ho ritrovato una foto di lui che affianca la Carrozza Reale della Regina - racconta Sarah - e devo dire che ora per me quella e altre vecchie foto hanno un valore enorme. Quando ho deciso di andare a salutarla, ho pensato anche a lui e al fatto che avrebbe voluto renderle omaggio e ringraziarla. Mi ha accompagnato la mia figlia più grande e sono state tra le ore che ricorderemo con maggiore piacere. L'atmosfera che ci circondava era di solidarietà e fratellanza, triste, ma anche speranzosa». La stessa atmosfera che anche tutti i quotidiani di ieri - molti dei quali, forniti di generosi inserti fotografici, sono andati esauriti durante le prime ore della mattinata, alla faccia dei giornali online - hanno voluto ricreare nelle loro decine di pagine, dedicate al grande amore della gente per una sovrana che nessuno vuole dimenticare. «Questo funerale è stato una manna, anche per la nostra economia - commenta Michael - ma avete visto com'era piena la città? Con il caos della Brexit, quando mai li avremmo riempiti tutti, gli alberghi della capitale. Ancora una volta la Ditta ha fatto il suo lavoro...».
«Peccato che questo spettacolo lo pagano i contribuenti - interviene Gabriel, 21 anni appena compiuti, anti monarchico- io questa follia non l'ho capita. La monarchia è un'istituzione superata dai tempi, il fatto è che molti britannici non sanno immaginarsi senza la Famiglia Reale, ecco. Adesso poi che non c'è più Elisabetta, vedremo che cosa farà Carlo». In attesa del futuro, i sudditi dell'era post elisabettiana ricorrono al loro pragmatismo e guardano avanti, come avrebbe fatto Elisabetta.
Lei non amava rimpiangere il passato, ma ne comprendeva l'importanza. Molti di loro, seguiranno il suo esempio. E penseranno a lei spesso, magari di fronte alla prossima fila, che si sa, a loro le file son sempre piaciute.
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