Notte tesa al Senato: governo salvo per un voto

Decisivo sì dell'ex grillino Orellana. Civati: "Renzi ringrazi Tocci"

Notte tesa al Senato: governo salvo per un voto

Roma - Una votazione thriller e una maggioranza da brivido. Il governo Renzi porta a casa lo spostamento del pareggio di bilancio al 2017. Il verdetto, però, è di quelli da togliere il fiato. Il provvedimento passa nell'Aula del Senato con 161 voti: esattamente quanti ne richiede la maggioranza aggravata prevista (la maggioranza assoluta dei componenti). Più nel dettaglio i sì sono stati 161, i no 93 e zero gli astenuti. Una «promozione» raggiunto per un soffio, anzi per una casualità o un colpo di fortuna, a seconda dei punti di vista.

Roberto Calderoli - che avrebbe votato contro essendo all'opposizione - in quel momento presiedeva l'aula e, come da prassi, non ha partecipato al voto. Se a presiedere fosse stato un altro vicepresidente di maggioranza - Valeria Fedeli del Pd o Linda Lanzillotta di Per l'Italia - alla coalizione di governo sarebbe venuto a mancare un voto e conseguentemente la risoluzione sarebbe stata respinta. A favore ha votato anche l'ex senatore M5S Luis Orellana, che di fatto diventa un altro «salvatore» del governo (e sui social network i grillini subito si interrogano se non sia il caso di ripensare i metodi di selezione dei candidati, con Nicola Morra che scrive che «non ci sono dissidenti ma solo cavalli di Troia»).

Nel gioco delle «rivendicazioni di fedeltà» c'è anche quella dei «dissidenti del Pd» che nonostante i mal di pancia sull'art. 18 questa volta votano in conformità con le indicazioni del partito. «La votazione sul Def che abbisognava di 161 voti ha ottenuto 161 voti» fa notare Giuseppe Civati. «Ha votato anche Walter Tocci e con lui i senatori cosiddetti dissidenti (che non hanno votato il Jobs Act) che qualcuno vorrebbe espellere dal gruppo. Spero che la vicenda insegni qualcosa agli scalmanati che si sono manifestati in questi giorni, minacciando espulsioni e sanzioni nei confronti di chi continua a comportarsi in modo corretto e leale, soprattutto verso gli elettori». In ambienti dell'opposizione si fa presente che diversi erano gli esponenti di governo che hanno partecipato al voto e senza i quali non vi sarebbe stata la maggioranza necessaria.

Poco meglio è andata con la risoluzione che impegna il governo a inserire nella legge di stabilità la stabilizzazione del bonus fiscale di 80 euro e l'ecobonus. In questo caso il quorum è stato superato di un solo voto: 162. Sulla fiducia al Jobs Act la maggioranza era stata di 165. Nel frattempo, sempre in tarda serata, arriva un voto destinato a far discutere.

In Commissione Giustizia al Senato viene approvata su proposta del senatore Enrico Buemi, la norma che limita la possibilità di andare in ferie per i magistrati dall'1 al 31 agosto. Il calcio di inizio di una partita che si annuncia delicatissima.\

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