La nuova guerra dei Comuni. Multe salate agli hoverboard

Gli skate elettrici nel mirino

La nuova guerra dei Comuni. Multe salate agli hoverboard

I Comuni di mezza Italia dichiarano guerra agli skate elettrici: via da strade e marciapiedi perché vietati. La fatwa che scomunica hoverboard e monopattini elettrici, cacciando nel limbo persino le bici a batteria, arriva dai municipi. A Livorno la municipale ha fatto sapere che «possono circolare solo in aree private: per un via libera su marciapiedi, piste ciclabili o parchi, bisognerà attendere la creazione all'interno del codice della strada di una categoria ad hoc». Identica la legge, maggiore la severità a Brunico: «L'uso di tali apparecchi è vietato sulla carreggiata stradale e nelle aree riservate ai pedoni». E a Palermo nel mirino sono finiti pure i Segway: «Qualche ditta costruttrice dà per scontata la circolazione su strada, riferendosi a circolari ministeriali mai emanate: la Motorizzazione sta esaminando la problematica, ma al momento possono circolare solo su strade non soggette a pubblico passaggio».

E le sanzioni, in effetti, fioccano. Aveva inaugurato la serie un giovane tedesco che nell'agosto 2015 s'era visto multare per 9mila euro a Bibione perché bighellonava in monopattino elettrico. A Salerno, a Natale, verbale per due ragazzi che se ne andavano sul lungomare, uno in monopattino l'altro in bici a pedalata assistita. A maggio nessuna pietà per un bimbo sorpreso in piazza Grande a Venezia. Per sua madre verbale da 50 euro. Quisquilie, a fronte del multone da 1.200 euro (e taglio di 5 punti) inflitto a un papà ipertecnologico che a Trento utilizzava l'hoverboard per spingere il passeggino del figlio.

Ottusità burocratica italica o rigorosa applicazione del codice? Di certo, un vuoto normativo: hoverboard e monopattini sono considerati acceleratori di andatura. Cioè mezzi ai quali è interdetta la circolazione stradale, vanno equiparati ai motorini ma non possono essere omologati. Morale? State coi piedi per terra.

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