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La nuova minaccia a Kiev. "Ora stop a tutti gli aiuti"

I media: Washington vuole revocare ogni sostegno all'Ucraina. A rischio 3,8 miliardi già stanziati dalla precedente amministrazione

La nuova minaccia a Kiev. "Ora stop a tutti gli aiuti"
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Il giorno dopo lo scontro in mondovisione tra Trump-Vance e Zelensky nello Studio Ovale, è la rappresentazione plastica di quanto la distanza tra le due sponde dell'Atlantico si sia allargata nel giro di appena cinque settimane. Tante ne sono trascorse dall'insediamento del nuovo presidente alla Casa Bianca.

Sulla sponda Usa, l'Amministrazione e il nuovo establishment repubblicano fanno quadrato attorno a Donald Trump e al suo vice. Su quella europea, si corre in soccorso del leader ucraino. Già poco dopo la messa alla porta di Zelensky, era stato l'ufficio stampa della Casa Bianca a diffondere un copia e incolla delle dichiarazioni e dei post dei principali membri del «cabinet» trumpiano che esaltavano la postura da «America First» assunta dal «commander in chief» davanti al riluttante e «ingrato» presidente ucraino. Una rapida carrellata. «Grazie per avere difeso l'America in un modo che nessun presidente ha mai avuto il coraggio di fare prima», le parole del segretario di Stato Marco Rubio, fino a non molto tempo fa un convinto sostenitore delle ragioni di Kiev contro l'invasione ordinata da Vladimir Putin. Anche Scott Bessent, il segretario al Tesoro che in un'intervista a Bloomberg ha definito «inaccettabile» il comportamento di Zelensky, ringraziava Trump «per avere difeso il popolo americano e la nostra nazione sulla scena mondiale». Pete Hegseth, il capo del Pentagono, postava la dichiarazione con la quale il tycoon aveva intimato al leader di Kiev di «tornare quando sarà pronto per la pace», corredandola con un «Amen, signor presidente». Anche il solitamente mite Mike Johnson, lo speaker repubblicano della Camera, esaltava Trump per avere messo fine «ai giorni in cui l'America veniva sfruttata e non veniva rispettata». Nel complesso, tutte parole incuranti delle reazioni internazionali e del vantaggio regalato a Vladimir Putin, ma proiettate unicamente verso l'elettorato interno.

Quella vasta coalizione, non solo «Maga», che Trump ha saputo conquistare nel voto del 5 novembre. «È sconcertante vedere gli alleati di Trump difendere questa debacle come una dimostrazione di forza americana», ha scritto il Wall Street Journal, non certo un foglio progressista, in un editoriale pubblicato sabato. L'Amministrazione ha affidato il suo messaggio per l'esterno ad un anonimo funzionario della Casa Bianca, che ha lasciato trapelare ai media Usa che gli Stati Uniti stanno valutando di mettere fine, o quantomeno sospendere «a tempo indefinito» tutte le consegne di aiuti militari all'Ucraina (i 3,85 miliardi di dollari stanziati dalla scorsa amministrazione, oltre a finanziamenti militari, condivisione di intelligence, addestramento di truppe e piloti ucraini). Di fronte al muro repubblicano, i Democratici, in assenza da settimane di una leadership riconoscibile, hanno abbozzato una risposta con Mike Quigley, co-presidente dell'Ukraine Caucus della Camera, il gruppo parlamentare bi-partisan a sostegno di Kiev, che ha definito l'«orribile» scena vista nello Studio Ovale «il Trump-Vance clown show».

Alla domanda della rete ultraliberal Msnbc sulle possibili reazioni degli alleati degli Usa, Quigley ha replicato: «Non so se abbiamo ancora degli alleati». Una domanda che non preoccupa il segretario di Stato Rubio, nonostante le indiscrezioni raccolte a Foggy Bottom parlino di decine di diplomatici di carriera «sconcertati» dalla scena vista venerdì. «Zelensky dovrebbe scusarsi per avere trasformato questa cosa in quello che è diventata», ha detto alla Cnn il capo della diplomazia americana, mettendo in dubbio la volontà di pace del leader ucraino, «forse non vuole un accordo».

E di fronte ai sospetti di un'«imboscata» preordinata da Trump e Vance è intervenuto su Fox News il consigliere per la Sicurezza nazionale Mike Waltz: «È assolutamente e categoricamente falso». Il problema di Zelensky è che «non ha capito che in città c'è un nuovo sceriffo».

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