Giuseppe Conte, al fine di poter sbrogliare la matassa più intricata di questi primi giorni di lavoro del suo nuovo governo, più volte chiede aiuto all’Europa e cerca sponde da Bruxelles.
E dalla sede delle istituzioni comunitarie sembra esserci l’intenzione di aiutare, almeno in queste prime fasi e sotto un profilo prettamente politico, tanto il premier amico quanto l’intero esecutivo giallorosso visto oramai come manna agli occhi dell'Europa.
Nelle scorse ore, così come si legge sull’agenzia Agi, un portavoce del Servizio Europeo di Azione Esterna, diretto da Federica Mogherini, fa sapere che l’Unione Europea chiede ai vari Stati membri di “trovare una soluzione sugli sbarchi prevedibili dei migranti salvati in mare per permettere a missione Sophia di attuare pienamente il suo mandato a largo della Libia”.
In poche parole, Bruxelles chiede agli Stati membri di discutere seriamente sull’opzione del ricollocamento dei migranti salvati dinnanzi le coste africane e che poi vengono fatti sbarcare in Libia.
Si tratta, ancora una volta, di dare credito a quella politica di redistribuzione delle persone arrivate in Italia tanto cara al premier Conte e tanto sbandierata in questi giorni nelle varie sedi politiche. Il capo dell’esecutivo italiano si trova tra due fuochi: da un lato vi è l’opzione di riaprire i porti alle navi delle Ong, dall’altro quello di continuare con la linea del suo primo governo. Nel primo caso Conte si assicurerebbe il plauso dei nuovi alleati del Pd, ma di contro vedrebbe scendere repentinamente la sua popolarità. Nel secondo caso, il premier attuerebbe una linea gradita dalla maggioranza degli italiani, ma sulla quale pioverebbero le critiche degli alleati che invocano invece discontinuità.
Per questo motivo da Palazzo Chigi l’unica via di mezzo viene vista quella di fare delle concessioni alle richieste del Pd (e delle Ong), a patto però di poter avere l’aiuto dell’Europa da attuare con la promessa di dar seguito ad una seria politica di redistribuzione dei migranti che arrivano in Italia. E dopo che da Bruxelles nei giorni scorsi si conferma che tutto è pronto per la ricollocazione degli 82 migranti attualmente a bordo della Ocean Viking, adesso arriva il sopra citato affondo relativo alle richieste di valutazione delle politiche di redistribuzione degli sbarchi prevedibili.
Una dichiarazione, quella rilasciata dal portavoce del Servizio Europeo di Azione Esterna, in linea con la decisione presa giovedì, ad opera degli ambasciatori Ue, di dare mandato per un’estensione di altri sei mesi della missione Sophia, ossia l’operazione europea volta al pattugliamento del Mediterraneo. Un rinnovo che però lascia fuori per il momento l’impiego di asset marittimi, bensì solo quelli aerei.
Sulla missione Sophia proprio ieri è intervenuto lo stesso premier Conte, mostrandosi ancora una volta in linea con la posizione europea: “L'operazione Sophia non era stata completamente accantonata, ma non era stata valorizzata – dichiara il presidente del consiglio – In quadro in cui andiamo ad attivare un meccanismo di redistribuzione europea dei migranti possiamo riconsiderare il tutto”.
Ed il discorso quindi torna sempre sullo stesso punto: la parola magica, da dieci giorni a questa parte, sembra essere diventata “redistribuzione”.
Tutto passa da lì, tutto oramai sembra appeso al successo di questo tipo di politica. Peccato che, fino a pochi anni fa, sono in tanti a provare a renderla operativa senza però che nessuno riesca in tal senso. Quello dell'Ue e di Conte sembra, fino a questo momento, un mero gioco delle parti.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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