Altri scossoni sono in vista per il M5s. A breve, forse già nel pomeriggio, il MoVimento guidato da Luigi Di Maio potrebbe perdere altri tre parlamentari.
La notizia, rilanciata da Il Messaggero nelle scorse ore, è il segno tangibile dei malumori crescenti ed inarrestabili all’interno del mondo pentastellato. Che sia per la questione dell’alleanza mai del tutto digerita con il Pd, per la vicenda delle cosiddette restituzioni ai cittadini o per il ruolo svolto dal ministro degli Esteri come capo politico vi è solo una certezza: tra i gruppi parlamentari e i vertici si sta creando una spaccatura sempre più profonda. Scontri e polemiche che non fanno bene neanche al governo Conte che, con il passare di gironi, conta una maggioranza che lo sostiene sempre meno solida.
''Al rientro in Italia, Luigi avrà a che fare con un altro teatro di guerra: quello del M5s'', è la battuta che circolava ieri con una certa insistenza tra i pentastellati. Prima che calino le tenebre della notte, è atteso lo strappo di altri tre deputati, due uomini e una donna, che sono pronti a seguire Lorenzo Fioramonti, ministro dimissionario dell'Istruzione nel suo nuovo gruppo denominato Eco, destinato a debuttare a Montecitorio il prossimo febbraio, subito dopo le elezioni regionali in Emilia Romagna e Calabria. I tre sono pronti a mollare il Movimento nelle prossime 24-48 ore, confermavano ieri a Il Messaggero, in cambio dell'anonimato. Prima,però, daranno la comunicazione ai vertici grillini.
Ma questi non sono gli unici problemi. In serata Luigi Di Maio presiederà un'assemblea congiunta dei gruppi parlamentari con all’ordine del giorni la questione restituzioni. Ma il ministro troverà un clima di fortissima tensione.
Sembra che all’incontro sarà letto un documento scritto e firmato da una decina di senatori, ma il numero potrebbe crescere, in cui sarà messo in mora il capo politico del M5s. In pratica, i “critici” gli chiederanno di scegliere tra il ruolo di capo politico e quello di ministro perché, come afferma il senatore M5S Mattia Crucioli che è gli estensori del documento, ''entrambe le funzioni, soprattutto in questo momento storico, non sono compatibili''.
Il secondo punto riguarda le possibili modifiche dello statuto del gruppo grillino al Senato, specialmente nella parte che riguarda il ruolo della
piattaforma Rousseau. L’assemblea di questa sera potrebbe trasformarsi in un vero e proprio processo a Di Maio che, di conseguenza, potrebbe provocare ulteriori tensioni nel M5s e, magari, nella maggioranza giallorossa.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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