Se Luigi Di Maio fosse uno sportivo, il suo esordio da inviato speciale nel Golfo Persico sarebbe bollato come «da dimenticare». Ma in queste ore circolano anche altre espressioni iconiche, come «esordio da incubo». In ogni caso, trattasi di cronache di un disastro (un po' annunciato e magari solo agli inizi). L'ex vicepremier ha aperto un nuovo profilo Twitter da cui ha cinguettato un primo messaggio in più lingue, tra cui l'arabo (un dettaglio sottolineato sempre via social dalla Lega di Matteo Salvini). Peccato che l'account sia stato sospeso dal social di Elon Musk in un battibaleno per «violazione delle regole». La motivazione più plausibile è semplice: l'ex grillino possiede già un profilo. Nell'epoca della spunta blu, l'esclusività può essere una forma di tutela. Ma per ora una spiegazione ufficiale non c'è.
Il ritorno sulla scena era stato preparato con cura, cercando di costruire una narrativa credibile attorno alla comunicazione istituzionale. Una mossa necessaria, dopo il naufragio elettorale di Impegno civico e la scomparsa di Luigino dall'agone per demeriti elettorali. «Primo giorno in carica come Rappresentante speciale dell'Ue per il Golfo. Pronto e pienamente impegnato a interagire con gli Stati membri e le istituzioni dell'Ue e ciascuno dei nostri partner nella regione. C'è così tanto in gioco e così tanto da fare, attraverso un dialogo genuino e il rispetto reciproco. Per la nostra sicurezza e la nostra prosperità comuni», aveva scritto. Prima dell'ex pentastellato, era intervenuto in via ufficiale il portavoce dell'Ue Peter Stano, in conferenza stampa: «Il nuovo rappresentate speciale Ue per il Golfo, Luigi Di Maio, ha iniziato il suo incarico ieri ed è già al lavoro. La sua agenda prevede le relazione con i partner da entrambi i lati in Ue e nel Golfo per irrobustire la nostra posizione strategica e le relazioni tra l'Unione Europea i Paesi del Golfo».
Ieri l'ex leader pentastellato ha pure preso parte alla cerimonia al Quirinale per i festeggiamenti del 2 Giugno. Di Maio, grazie all'incarico avallato dal Consiglio Ue, può di nuovo calcare i palcoscenici (e i palazzi) che contano e a cui si era abituato. Ma l'inciampo è arrivato sulla cittadinanza virtuale. Un portavoce del Servizio di Azione Esterna della Commissione ha commentato la vicenda social, sottolineando di «non avere idea» delle motivazioni alla base della sospensione dell'account. Con la sicurezza, però, che la scelta di Twitter non abbia «nulla a che fare con noi o con il lavoro dell'inviato».
L'episodio ha suscitato delle prevedibili ironie social.
Di Maio, dopo una nomina che comunque resta discussa (e che il governo in carica non ha condiviso) dovrà per prima cosa risolvere questo flop. Cercare di riattivare l'account sospeso o rassegnarsi a utilizzare quello già esistente? Del resto la diplomazia contemporanea è intrisa anche di queste problematiche.
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