Suspense fino all'ultimo sulla pubblicazione del decreto Infrastrutture nella Gazzetta Ufficiale ma alla fine il nuovo codice della strada è stato partorito, alle 23.40 di martedì, a 20 minuti dalla scadenza.
Il nuovo testo riscrive decine di regole di mobilità, dai parcheggi al divieto della pubblicità sessista, dai monopattini alle supermulte per chi getta cartacce dai finestrini (che però atterrebbe più all'educazione civica e al decoro urbano che alla sicurezza stradale), comportamento che prevede sanzioni da 216 a 866 euro (prima arrivavano al massimo a 433 euro).
La punizione più severa è per chi occupa abusivamente gli stalli disabili. Perde 6 punti su 20. Paragonabile a chi non dà la precedenza ai pedoni, violazione che prevede di togliere 8 punti. La sanzione potrà arrivare a 672 euro, partendo da 168. E le persone con disabilità potranno parcheggiare gratuitamente sulle strisce blu quando non c'è disponibilità nei posti riservati. Questo è forse l'unico punto forte tra tante modifiche che invece, dagli smartphone alla guida ai monopattini, sono state molto annacquate rispetto agli annunci.
Cosa è stato fatto per prevenire le morti sulle strade? Poco o nulla purtroppo. L'avvocato Domenico Musicco, presidente dell'associazione vittime incidenti stradali e sul lavoro e tra i promotori, nel 2016, della legge sull'omicidio stradale, vede in queste nuove norme alcune luci e molte ombre: «Ci sono novità che non sono vere novità ma solo dei palliativi. Rimedi parziali, tipo l'uso dei cellulari».
È passata la linea morbida, infatti. Niente stangata e niente sospensione della patente alla prima infrazione. Allargato solo l'elenco degli strumenti multabili, non più soltanto telefonini ma anche «pc, notebook, tablet».
«In pratica non hanno fatto altro che inasprire le sanzioni amministrative quando la vera rivoluzione sarebbe stata inserire il cellulare alla guida nella legge sull'omicidio stradale come aggravante continua Musicco -. Aumentare le multe non serve a nulla, non è un deterrente soprattutto in assenza di controlli: solo 36mila l'anno. Non si capisce che il vero killer è il cellulare che resta tra le principali cause di morte sulle strade. Il 60% degli incidenti mortali in Italia avviene per questo. Noi facciamo molte leggi e pochi controlli. Il contrario degli altri paesi europei che, infatti, sono a zero morti sulle strade, come la Norvegia. Da noi un milione di controlli all'anno contro i 10 milioni di Francia, Germania e Inghilterra. Il fatto è che polizie locali e stradali sono poco presenti sulle strade e i controlli sono bassissimi».
Altre novità riguardano i monopattini che però continueranno a viaggiare senza targa e, se privati, non avranno l'obbligo di assicurazione. Niente casco per i maggiorenni, entreranno invece con gradualità frecce e freni su entrambe le ruote. La velocità massima sarà 20 chilometri all'ora. Diminuite le multe: massimo 250 euro contro i 400 di prima.
Chi butta, invece, oggetti dal finestrino verrà punito con mano pesante. Le multe raddoppiano: prima andavano da 108 a 433 euro, oggi da 216 a 866 euro. E inoltre i Comuni devono ora far sapere come investono i soldi delle multe, pubblicando sui loro siti istituzionali una relazione.
Il foglio rosa raddoppia e durerà un anno. E diventano tre i tentativi per passare l'esame di guida (oggi sono due).
Per il resto tutto uguale a prima. «Ci vorrebbe l'ora di educazione stradale obbligatoria nelle scuole - conclude Musicco -. Gli incidenti stradali sono ancora la prima causa di morte per i giovani sotto i 30 anni, più della pandemia.
I nostri morti sono sempre fermi su 3000 l'anno mentre nei paesi più avanzati siamo a 2000 con il doppio della nostra popolazione. Siamo molto lontani dall'obiettivo riduzione del 50% della mortalità entro il 2024 perché da noi manca una vera politica preventiva».
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