La missione è ambiziosa: trasformare la crisi migratoria in un'occasione di rinascita per il continente africano. Con l'Italia che punta a riprendersi la leadership nel Mediterraneo. Con quest'orizzonte il governo Meloni pone il primo pilastro del Piano Mattei. Il decreto legge, licenziato ieri in Consiglio dei ministri su proposta del ministro degli Esteri Antonio Tajani e del premier, ne individua l'impalcatura. I prossimi due passaggi saranno l'esame da parte del Parlamento italiano e poi dell'Unione Europea. Il 28 e 29 gennaio prossimo, in occasione della conferenza Italia-Africa, il piano Mattei sarà presentato ufficialmente al mondo. Per il presidente del Consiglio Meloni si tratta del «più significativo progetto geopolitico del governo di un'Italia che vuole tornare ad essere protagonista nel Mediterraneo». Un lavoro fatto a quattro mani con il ministro Tajani che in conferenza spiega: «Il piano Mattei è una scelta di grande importanza perchè risponde alla questione migrazione, per la stabilità del continente africano. L'immigrazione non è un problema che si può risolvere intervenendo solo alla fine del percorso, ma a monte». Il decreto fissa la durata del piano: 4 anni. Definiti, inoltre, gli ambiti di cooperazione tra l'Italia e i Paesi del continente africano che aderiranno e parteciperanno alla stesura del piano: cooperazione allo sviluppo, promozione delle esportazioni e degli investimenti, istruzione, formazione superiore e formazione professionale, ricerca e innovazione, salute, agricoltura e sicurezza alimentare, approvvigionamento e sfruttamento sostenibile delle risorse naturali, incluse quelle idriche ed energetiche, tutela dell'ambiente e adattamento ai cambiamenti climatici, ammodernamento e potenziamento delle infrastrutture anche digitali, valorizzazione e sviluppo del partenariato energetico anche nell'ambito delle fonti rinnovabili. E poi sostegno all'imprenditoria e in particolare a quella giovanile e femminile, promozione dell'occupazione, turismo, cultura, prevenzione e contrasto dell'immigrazione irregolare e gestione dei flussi migratori legali. Il terzo anello del piano è la governance: nasce la cabina di regia istituita a Palazzo Chigi al cui timone c''è il premier Meloni. Al tavolo siederanno anche i ministri degli Esteri e delle Imprese. Oltre i vertici di Cdp, Ice, Sace, Simest e il presidente della Conferenza Stato-Regioni. Alla cabina sono assegnate tutte le funzioni principali: dalla stesura del piano al monitoraggio. Il capo dell'Esecutivo sarà affiancato da una struttura di missione. Per quanto riguarda i fondi, il presidente del Consiglio ha precisato che «riguarderà più ministeri, perché i settori d'intervento sono numerosi». Il Piano Mattei è una scommessa che Meloni vuole vincere a tutti i costi. A sinistra l'annuncio fa sbroccare tutti.
Pier Luigi Bersani attacca: «Piano Mattei? Evidentemente per dare nobiltà a una scatola vuota serviva il nome di partigiano». La risposta all'ex leader del Pd arriva direttamente da Rosy Mattei, nipote di Enrico Mattei: «Dimenticato da sinistra, unica a ricordarlo Meloni».
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