Il giorno dopo l’ennesima diretta Facebook del premier Giuseppe Conte, fioccano le polemiche. Che fine hanno fatto le istituzioni? Le conferenze stampa? Le comunicazioni ufficiali sembrano diventate un mezzo di propaganda. Sembra di essere nel confessionale del Grande Fratello e non a Palazzo Chigi. È la dittatura dell’immagine. Dell’uomo solo al comando. La sostanza scivola in secondo in piano. Non lo dicono solo Matteo Renzi, Giorgia Meloni o Matteo Salvini. Ma lo sostiene anche Giuseppe Petrucci, presidente dell’Ente Nazionale Sordi. Sono giorni che la comunità dei non udenti chiede di non essere lasciata indietro. E in particolare che le ormai famose dirette del premier siano accessibili anche a loro.
“Paghiamo le tasse come gli altri, siamo cittadini come gli altri, e vorremmo poter seguire ciò che accade in tempo reale”, ci aveva raccontato Petrucci la scorsa settimana. La richiesta era: “Fate entrare la Lingua dei Segni nell’emergenza coronavirus, per rendere partecipi anche i sordi di quello che sta capitando al Paese”. Non è difficile. Sarebbe bastato affiancare al presidente del Consiglio un’interprete della Lis. In Europa questa non è certo una novità, come dimostrano i discorsi del premier francese Emmanuel Macron e del suo omologo spagnolo Pedro Sànchez. Nasce da qui la mobilitazione dell’Ens che ha invitato i suoi iscritti a inondare di mail di protesta la casella di posta elettronica della presidenza del Consiglio. E qualcosa sembrava essersi mosso. “La protesta per la traduzione in Lis delle comunicazioni del presidente del Consiglio ha dato i suoi frutti”, scriveva qualche giorno fa Petrucci. Da Palazzo Chigi erano infatti arrivate “rassicurazioni che le comunicazioni del presidente Conte si sarebbero svolte in una modalità accessibile e cioè con l’interprete in Lis”.
Ieri notte, poi, quella che Petrucci definisce “una doccia fredda e umiliante”. Dopo vari rinvii, inizia attorno alle 23:30 la seconda conferenza social del premier Conte. Le delusione è cocente: il messaggio viene diffuso senza interprete né sottotitoli. Ma la cosa che più sconcerta è che questa volta accanto al capo dell’esecutivo l’interprete Lis c’era. Solo che sui social network di lei non c’è traccia. È stata tagliata dall’inquadratura. In pratica sono stati realizzati due video. Quello tagliato, che è andato in onda sulla pagina Facebook del premier e sulla maggior parte delle emittenti televisive. E quello senza tagli, visibile in tempo reale solo su YouTube e su Rai News 24. “L’accessibilità – denuncia Petrucci – dovrebbe essere garantita su qualsiasi canale, così ci hanno ghettizzato di nuovo”. “Evidentemente – attacca il numero uno dell’Ens – gli esperti in comunicazione della presidenza del Consiglio hanno preferito una strategia di comunicazione estetica ad una di sostanza”.
Una decisione difficile da spiegare altrimenti. “Anche stavolta Conte dimostra di badare di più alla sua estetica che all’accessibilità delle informazioni, non ci stupiamo, d’altronde è un uomo che lancia proclami a reti unificate ancor prima di aver scritto un decreto”, annota la deputata di Fratelli d’Italia Augusta Montaruli, prima firmataria del testo di legge per il riconoscimento della Lis, bloccato in Parlamento da mesi.
“Il presidente Conte – intima la parlamentare – rispetti la promessa fatta agli italiani sordi e inizi a trasmettere le sue comunicazioni con una traduzione in simultanea. Negli altri Paesi europei accade già. L’Italia la smetta di essere un vergognoso fanalino di coda”.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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