
Il primo gennaio è scattato l'obbligo della ricetta elettronica, pure per quelle «bianche», usate per i farmaci di fascia C, ossia quelli a pagamento e non coperti dal Sistema Sanitario Nazionale. Anche se la vecchia ricetta cartacea resta ancora valida - in attesa delle indicazioni operative del ministero dell'Economia e delle Finanze, Sogei, del ministero della Salute e dell'Aifa - la legge finanziaria prevede che d'ora in poi, fatta eccezione per questa fase transitoria, medici e odontoiatri devono prescrivere i farmaci in formato digitale, rendendo accessibili ovunque le ricette attraverso un codice univoco.
La dematerializzazione, avviata ai tempi del Covid quando gli italiani hanno cominciato a ricevere le prescrizioni su telefonini e pc, consentirà un monitoraggio più efficace degli interventi sanitari e garantirà la completa alimentazione del fascicolo sanitario elettronico, ma potrebbe costituire un problema per le fasce più anziane della popolazione, che non sempre hanno un buon rapporto con la tecnologia. Secondo i dati Istat il 30 per cento degli anziani sopra i 65 anni non ha mai utilizzato Internet e una percentuale altrettanto significativa non possiede uno smartphone, strumenti fondamentali per accedere al nuovo servizio. Il sottosegretario alla Salute, Marcello Gemmato, ha però assicurato che il sistema è stato progettato per essere accessibile a tutti. I cittadini che non hanno con sé il telefono o la possibilità di inoltrare la mail del medico potranno rivolgersi in farmacia e comunicare il codice fiscale per ottenere il farmaco prescritto: il farmacista, accedendo al fascicolo sanitario elettronico del paziente potrà dispensare sia i farmaci mutuabili sia quelli a pagamento.
Nei mesi scorsi si sono verificati alcuni problemi tecnici sulle piattaforme per la gestione delle ricette elettroniche, poi risolti. Da più parti è stato evidenziato il rischio che i sistemi telematici necessari ad emettere la ricetta elettronica non siano in grado di gestire il maggiore flusso di dati e informazioni generato dalla completa dematerializzazione delle ricette.
«La ricetta elettronica - spiega Marco Cossolo, presidente di Federfarma, l'associazione che riunisce le farmacie private in tutta Italia - ha un obiettivo certo, da raggiungere però assicurando la piena continuità del servizio.
Nelle more della progressiva attuazione della dematerializzazione di tutte le prescrizioni mediche, e fino all'espressa decisione da parte delle amministrazioni competenti, le farmacie potranno continuare a erogare i farmaci anche in presenza di ricette cartacee, per assicurare la piena continuità del servizio farmaceutico». Proprio per questo Federfarma ha emanato una circolare ai propri iscritti. Sono molte le situazioni ancora da chiarire per il passaggio e la fase di transizione servirà appunto ad evitare problemi per i cittadini.
- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
- sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.