Odessa, si prepara l'attacco dal mare. Le bombe da 500 chili su Chernihiv

La notizia è transitata un po' a distanza dai media mondiali, ma nel pomeriggio di ieri si è sfiorata una seconda tragedia nucleare

Odessa, si prepara l'attacco dal mare. Le bombe da 500 chili su Chernihiv

La notizia è transitata un po' a distanza dai media mondiali, ma nel pomeriggio di ieri si è sfiorata una seconda tragedia nucleare. L'esercito russo ha assaltato con batterie lanciarazzi multipli Hail, l'Istituto di Fisica e Tecnologia di Kharkiv. Il tentativo dei militari era quello di annientare il cuore degli studi ucraini sul nucleare, ma come raccontato dal direttore Nikolay Sulga si è rischiata la catastrofe. «In un'ala dell'istituto, per fortuna non raggiunta dai razzi, si trovano 37 celle nucleari a combustibile. Un'esplosione avrebbe provocato un disastro su scala nazionale, paragonabile a Chernobyl». Le celle hanno una struttura semplice, simile a quella di una batteria. Possono essere impiegate nei modi più svariati: come propulsori di veicoli, per l'approvvigionamento energetico o per l'alimentazione di piccoli apparecchi elettronici.

La situazione all'Istituto è tornata sotto controllo, mentre Kharkiv ha subìto raid aerei per tutta la giornata. Nelle ultime 24 ore anche le città di Chernihiv, Bucha (martellata da russi e ceceni, ferito gravemente anche il sindaco Anatoly Fedoruk), Ovruch, Volyn e Korosten, hanno vissuto un autentico inferno, con danni alle infrastrutture civili e ben 34 ospedali resi inagibili. Proprio a Chernihiv è tutt'ora in corso un'operazione per la difesa della città. Le forze armate russe avrebbero sganciato potenti bombe su aree residenziali, dove sono morte molte decine di civili. Un residente ha postato una foto di una bomba inesplosa da 500 chili, modello Fab-500 di progettazione sovietica. Un tipo di ordigno impiegato per distruggere strutture fortificate e bunker o per annientare obiettivi industriali di interesse militare. Le Fab-500 sono anche responsabili della distruzione dei gasdotti dall'inizio della guerra. L'azienda di erogazione del gas ha dovuto chiudere 16 stazioni di distribuzione in sei oblast (Kharkiv, Mykolaiv, Zaporizhzhia, Kiev, Donetsk e Luhansk) e non sarebbe più in grado di ripristinare l'approvvigionamento in alcune aree.

Sempre nella giornata di ieri l'aeroporto di Vinnytsia, nel centro dell'Ucraina, è stato distrutto da otto razzi russi. Altri missili sono stati lanciati contro palazzi di un quartiere residenziale di Kramatorsk (zona di Donetsk), provocando almeno una quindicina di morti. Gli ucraini hanno invece fermato colonne nemiche che stavano avanzando verso la regione di Dnipropetrovsk da Balakliya, ma è fallito al momento il tentativo di bloccare le truppe dirette a Yuzhnoukrainsk, nella regione di Mykolaiv, dove ha sede la seconda centrale nucleare del Paese.

Con il trascorrere delle ore crescono le possibilità di un attacco a Odessa dal mare. Gli uomini dell'ammiraglio Osipov sarebbero pronti; lo conferma anche il presidente ucraino Zelensky che, come riportato dai media ucraini, avrebbe letto documenti di battaglia russi ottenuti da alcuni prigionieri. In attesa dello sbarco, la marina russa starebbe continuando a minare l'area, e attraverso un raid aereo ha distrutto la motovedetta Slavyansk, ultimo baluardo di difesa dal mare contro l'invasione. Il segretario del Consiglio nazionale per la sicurezza e la difesa, Alexei Danilov, avverte che «Odessa è nel mirino, ma rimangono strategicamente importanti per il nemico anche Kiev, Dnipro, Kharkiv, Mariupol, Mykolaiv e Chernihiv. Le truppe russe vogliono circondare città chiave, dissanguare l'esercito ucraino e creare una catastrofe umanitaria».

Le forze armate russe avrebbero finora colpito oltre 2.200 obiettivi militari nemici. Il bollettino di Mosca specifica che sono stati eliminati 778 fra carri armati e mezzi blindati e corazzati da combattimento, distrutti a terra 69 aerei militari e abbattuti in volo altri 24. «Praticamente tutte le forze aree pronte alla battaglia sono state annientate», riferisce il portavoce del ministero della Difesa russo Igor Konashenkov.

Kiev smentisce i numeri del nemico, e in attesa di nuove armi (anche caccia) arrivate ieri alla base aerea di Amari (Estonia), rilancia con la notizia di 11mila soldati russi uccisi dall'inizio del conflitto. L'esercito fa anche sapere che sono stati distrutti 285 carri armati, 109 sistemi di artiglieria e 48 elicotteri.

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