Gli odiatori di Marina: sospetti e veleni sul dolore di una figlia

Un pezzo di sinistra demonizza la denuncia per difendere le iniziative della procura

Gli odiatori di Marina: sospetti e veleni sul dolore di una figlia
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Poche voci e molte trame. La sinistra giudiziaria prova a elaborare la lettera infiammata che Marina Berlusconi ha scritto al Giornale. Un messaggio colmo di indignazione per l'incredibile trattamento che i pm di Firenze, sempre all'eterna ricerca dei mandanti occulti delle stragi, sta riservando a Silvio Berlusconi anche da morto. Tanto da far gridare alla figlia del Cavaliere: «Vogliono la damnatio memoriae».

C'è forse spaesamento anche nell'opposizione davanti a un'inchiesta che sembra non volersi più fermare, con Marcello Dell'Utri per l'ennesima volta nel mirino investigativo, ma ci sono anche riflessioni importanti di leader che «salvano» Marina ma scomunicano la sua invettiva e c'è anche chi legge in controluce un intervento così autorevole, interpretandolo in connessione con altre circostanze. Così Repubblica non si limita a raccogliere l'amarezza di una figlia ferita, ma cuce diversi frammenti, sposando l'ipotesi del doppio concorso esterno in Forza Italia. In sostanza, Marina detta la linea da fuori e l'esterno Carlo Nordio, il Guardasigilli voluto da Giorgia Meloni, si rivela sempre più vicino a Forza Italia che in quest'ultimo giro di valzer sulla mafia ha sposato in toto le sue parole, mentre proprio la premier ha mostrato una certa freddezza.

Repubblica sottolinea che proprio Nordio sta meditando una mossa non proprio indolore: l'invio di ispettori a Firenze per capire le ragioni di tanto accanimento, come chiesto in un'interrogazione parlamentare da Pietro Pittalis di Forza Italia. Insomma, ci sarebbe un allineamento, se non un asse, fra Marina Berlusconi, Forza Italia che ha appena incoronato Antonio Tajani come segretario, e il ministro della Giustizia che invece non avrebbe più il feeling dei primi giorni con gli altri pezzi della maggioranza.

A sinistra dunque si studiano le mosse degli avversari e anche lo sfogo drammatico di Marina, a un mese dai funerali, viene considerato parte di un possibile disegno. Poi ci sono le dichiarazioni di battaglia: «In merito alla lettera di Marina - spiega Giuseppe Conte - stiamo parlando di una figlia che parla anche della memoria del padre e questo è da rispettare. Però qui il problema vero è l'attacco che questo governo fa alla magistratura nel momento in cui le indagini della incrociano il comportamento di un esponente di governo».

Per il capo dei 5 Stelle dunque il messaggio della figlia del Cavaliere è l'occasione per puntare il dito contro la maggioranza che ogni volta proverebbe a mandare in fuorigioco la magistratura e le sue sacrosante indagini. «Questo - conclude Conte - ci riporta al passato, alla massima conflittualità con la magistratura che è tipica di questo centrodestra che si presenta sempre con le stesse modalità».

Altrettanto duro Walter Verini, senatore e capogruppo del Pd nella commissione Antimafia: «Quanto dichiarato al Giornale da Marina Berlusconi contiene una parte che merita rispetto. Ma complessivamente contiene un messaggio inquietante e che si inserisce in una situazione inquietante». Per Verini non ci sono dubbi: «C'è un brutto clima nel Paese per quanto riguarda l'impegno contro le mafie e la lotta per la legalità. La responsabilità principale è del governo e della maggioranza che hanno indebolito e in certi casi smantellato regole, presidi, controlli».

Per il senatore, in questa situazione non si capisce come la premier voglia celebrare il sacrificio di Paolo Borsellino.

Ma oggi, per l'anniversario, Giorgia Meloni sarà a Palermo, anche se solo alle manifestazioni ufficiali.

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