Antonio Tajani nasce giornalista e ieri, chiuso tutta la mattina nella sua casa ai Parioli, ha forse scritto il suo pezzo più difficile. È il discorso che farà oggi al Consiglio nazionale di Forza Italia, che lo incoronerà leader e successore di Silvio Berlusconi, il presidente reggente che traghetterà Fi verso il congresso del 2024, probabilmente dopo le elezioni europee, vero banco di prova per gli azzurri. Il lavoro di Tajani si è interrotto solo verso le 10,30 prima di tornare a limare il testo, per fare un ultimo sopralluogo all'hotel Parco dei principi, dove tutto oggi avverrà. Poi, nel pomeriggio, turbinio di incontri e impegni da titolare della Farnesina, ma sempre con la testa al momento clou di oggi.
«Di che cosa parlerò nel mio discorso? Venite a sentirlo. Delle cinque sfide per l'Italia, che vanno dall'economia ai giovani, sfide che Forza Italia deve raccogliere nella sua futura azione politica». Tajani non vuole dire di più, ma la sua voce è carica di emozione e determinazione come non mai, si sente alla svolta, impegnato a dare il massimo. Una cosa, alla fine, l'aggiunto, creando grande suspense: «Ci saranno molte sorprese, al Consiglio nazionale, questo è garantito».
Si parla di importanti endorsement per Tajani, da parte di diversi personaggi. I 213 consiglieri che, a porte chiuse, esprimeranno il voto sul candidato unico indicato all'unanimità dall'Ufficio di presidenza, difficilmente riserveranno sorprese. Solo lui, il vicepresidente e coordinatore nazionale azzurro, potrà prendere il posto del Cavaliere, al quale è stato accanto fin dal momento della fondazione del partito. Lo farà, ribadendo che l'unico vero leader rimane Silvio e che chi lo segue non potrà che raccogliere la sua eredità politica.
«Abbiamo un grande futuro alle spalle - dice Mauro D'Attis, commissario di Fi in Puglia -. Quello che ci attende sarà il risultato di quanto seminato da un leader straordinario come Berlusconi e la nostra cultura affonderà sempre le radici in quel sogno, in quella sua idea: un'Italia libera e liberale, terra di opportunità per tutti».
D'Attis è uno dei fedelissimi di Tajani, ma il vicepremier e ministro degli Esteri è riuscito a stabilire un buon rapporto anche con personaggi che prima erano più vicini alla fronda interna. In questi giorni si sono moltiplicate le dichiarazioni a suo favore, dal governatore della Sicilia Renato Schifani al ministro della Pa Paolo Zangrillo. A Tajani tutti riconoscono doti di saggezza e lungimiranza, pacatezza e determinazione e, da Licia Ronzulli ad Alessandro Cattaneo a Giorgio Mulè, per ora sembrano decisi a dare un'immagine di unità.
L'ospite d'onore oggi al Consiglio azzurro è il presidente del Ppe Manfred Weber, che darà la volata a Tajani, expresidente del parlamento europeo e vicepresidente dei popolari. Ma si attendono altre dichiarazioni importanti, di personaggi che lo stimano.
Per contrastare le voci di difficoltà nel partito Tajani ha annunciato nuovi ingressi di parlamentari di altre formazioni e questo ha provocato subbuglio. «Maldipancia ce ne sono tra i parlamentari - dice Paolo Barelli, capogruppo dei deputati azzurri- ma non credo che si riferisse ad arrivi da IV. Qualcosa, però, si muove, c'è attenzione verso di noi». Aggiunge il vicepresidente vicario alla Camera, Raffaele Nevi: «Abbiamo una classe dirigente in tutte le Regioni e le Province, 70 parlamentari e siamo arrivati ad 11 parlamentari europei da 6. Altro che in disgregazione: Fi è partito vero, organizzato, strutturato ed ambizioso. Direi che passeremo dalla Monarchia alla Repubblica».
E il coordinatore delle Marche Francesco Battistoni assicura: «Siamo tutti con Tajani, perchè è il migliore e per fedeltà a Berlusconi, che si è speso fino all'ultimo per il partito. Non dimentichiamo gli ultimi due video che ci ha mandato qua, io ci ho parlato al telefono dopo le amministrative e lui si congratulava, parlava dei progetti futuri. Era 10 giorni prima della sua morte».
- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
- sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.