Ok al ddl sicurezza: svolta su scippi e abusivi

Sì al testo. E la Camera vota la proposta leghista sulla castrazione chimica per le violenze sessuali

Ok al ddl sicurezza: svolta su scippi e abusivi
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Dalla bodycam per le forze dell'ordine allo stop alla cannabis, dal tolleranza zero agli scippi alla lotta contro le borseggiatrici incinte. Il nuovo ddl Sicurezza è stato approvato ieri dall'aula di Montecitorio con 162 voti favorevoli, 91 contrari 91 e 3 astenuti. Il leader leghista Salvini ha annunciato che verrà chiesto un canale preferenziale per l'approvazione a Palazzo Madama. «Prima si approva meglio è - spiega il vicepremier - perché incide in meglio nella vita dei cittadini». L'idea è di aumentare il livello di sicurezza nelle strade e nei mezzi di trasporto. Così come nelle strutture ospedaliere, al centro negli ultimi tempi di odiosi episodi di violenza contro medici e infermieri. Tra gli ultimi articoli votati ieri c'è anche la norma che prevede l'obbligo di identificazione degli utenti dei servizi di telefonia mobile. Tra l'altro la norma preveder che se il «cliente è cittadino di uno Stato non appartenente alla Ue, deve essere acquisita copia del titolo di soggiorno di cui è in possesso». In questo modo, ai cittadini extra Ue sprovvisti di un regolare permesso di soggiorno si impedirebbe di acquistare una sim telefonica. «Una bestialità», tuona Riccardo Magi di + Europa.

Ha fatto molto discutere anche un ordine del giorno proposto dalla Lega che impegna il governo ad allestire un tavolo di confronto per valutare la possibilità di introdurre la castrazione chimica per stupratori e pedofili. Il voto favorevole sull'odg ha scatenato la reazione delle opposizioni. Ed Enrico Borghi (Iv) ricorda che «soltanto in Russia si fa ricorso a questa pratica, senza il consenso del soggetto».

Il ddl Sicurezza, ora all'esame del Senato, ha introdotto tra l'altro il reato di resistenza passiva. Quella che l'opposizione ha già ribattezzato «norma anti-Gandhi». Chi blocca una strada o una linea ferroviaria in gruppo si rischia la reclusione da sei mesi a due anni. C'è anche la «norma no-Tav», fortemente voluta dalla Lega che prevede un'aggravante per punire la violenza o la minaccia a un pubblico ufficiale se commessa per impedire la realizzazione di un'opera pubblica o di un'infrastruttura strategica.

C'è poi un giro di vite sulle occupazioni abusive. Si rischia infatti fino a sette anni di carcere con «l'occupazione arbitraria di un immobile destinato a domicilio altrui».

Introdotta, poi, la norma, molto discussa anche all'interno della stessa maggioranza, che rende facoltativo e non più obbligatorio il rinvio della pena per le donne in gravidanza e le madri con figli sotto l'anno. Approvato, però, un emendamento che impegna il governo «entro il 31 ottobre di ciascun anno a presentare al Parlamento una relazione sulla attuazione delle misure cautelari e dell'esecuzione delle pene non pecuniarie nei confronti delle donne incinte e delle madri di prole di età inferiore a tre anni.

Tra le altre disposizioni, il ddl prevede anche il rafforzamento della tutela legale per le forze armate e l'aumento della sicurezza all'interno degli ospedale con la fattispecie di «lesioni a personale esercente una professione sanitaria o sociosanitaria e a chiunque svolga attività ausiliarie a essa funzionali».

Preoccupazione è stata espressa dai banchi dell'opposizione e Magi (+Europa) parla di «follia giustizialista» per l'introduzione di 20 nuovi tipi di reato. «Norme liberticide», aggiunge il dem Matteo Mauri. «Grande soddisfazione» esprime invece il sottosegretario all'Interno Nicola Molteni a nome dell'esecutivo e della maggioranza. Nessuna tolleranza verso chi vorrebbe imporre alla comunità una logica di arbitrio e illegalità - spiega il leghista -.

Inaspriamo le misure contro quei reati che destano allarme sociale come le truffe agli anziani, le occupazioni abusive di immobili, molto spesso subite dalle categorie fragili. Più sicurezza significa maggiore crescita e sviluppo del Paese».

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