Ok dei 5s alla riforma del Mes. Ma i grillini ora vanno in tilt

Gualtieri: "Non porrò veti". Crimi acconsente e getta nel caos il movimento. Via libera dell'Eurogruppo

Ok dei 5s alla riforma del Mes. Ma i grillini ora vanno in tilt

Il ministro dell'Economia Roberto Gualtieri porta il M5S sul carro del Mes. Il movimento di Beppe Grillo si spacca. E al termine di una giornata segnata da accuse e veleni, i Cinque stelle mollano la presa sull'ultimo tabù e danno il via libera alla riforma del fondo salva Stati. Il titolare del ministero di via XX settembre si presenta in audizione davanti alle commissioni Bilancio, Finanze e Politiche Ue di Camera e Senato. Un passaggio obbligato prima di ufficializzare all'Eurogruppo l'ok dell'Italia alla riforma del Mes. Riforma su cui i ministri Ue in serata trovano l'accordo.

Gualtieri mette subito le cose in chiaro, per evitare colpi di testa da parte del Movimento: «Non porrò veti all'Eurogruppo sulla riforma del meccanismo di stabilità europeo. Non rispetterebbe - precisa il ministro - le indicazioni del Parlamento. Nelle trattative all'Eurogruppo sulla riforma del Mes il mandato per me è chiaro ed io agirò in quello che è ancora un negoziato sulla base di un mandato chiaro». Gualtieri annuncia che «l'orientamento del governo sarà quello di concorrere a un accordo positivo che contenga elementi ritenuti estremamente importanti dal Parlamento, dal governo e da tutto il sistema economico e finanziario italiano. Un eventuale via libera alla riforma del Mes non implica in automatico il suo utilizzo sul quale sarà il Parlamento a decidere». E fissa una data: il 27 gennaio 2021, giorno della firma del Trattato. Ma il colpo di scena arriva con l'appoggio dei Cinque stelle all'iniziativa di Gualtieri. È il capo politico Vito Crimi che sdogana l'ok alla riforma: «Il M5s non dirà no alla riforma del Mes, ma ribadisce la contrarietà a richiedere il prestito». Per Crimi «la riforma del Mes e il suo utilizzo, l'eventualità di farvi ricorso, sono due elementi totalmente distinti. Una distinzione chiara e sostanziale. Per quanto riguarda l'Italia, il nostro Paese non ha alcuna necessità di farvi ricorso. Al contempo, non intendiamo adottare un approccio ostruzionistico e non impediremo l'approvazione delle modifiche al trattato, rispetto alle quali pure non mancano i rilievi, così da consentire ad altri paesi l'eventuale ricorso allo strumento».

Parole che scatenano la guerriglia nel Movimento. Fioccano le dichiarazioni contro Crimi. «Uno vale uno, o no? Prendo con questo peso anche l'opinione del senatore Vito Crimi, capo politico del M5s, il quale ritiene, contrariamente alle posizioni assunte dagli esponenti del movimento in sede parlamentare, che si possa dare il via libera da subito alla riforma del Mes» attacca Pino Cabras, vicepresidente della commissione Esteri alla Camera. «L'unico intervento da effettuare sul Mes è quello di smantellarlo» rilancia Raphael Raduzzi, parlamentare grillino. È un vero e proprio accerchiamento per Crimi. Che incassa l'appoggio di Pd e Italia Viva. «Raccogliamo con molto favore il radicale cambio di atteggiamento del M5S in merito al Trattato sulla riforma del Mes, con l'annuncio da parte del suo capo politico Vito Crimi sulla disponibilità ad accogliere le modifiche che la Ue sta discutendo. Ricordo molto bene come l'anno scorso giurarono che non avrebbero mai dato il via libera a quel trattato. Sono contento che oggi si sia sancita la fine del populismo anti-europeista del M5S», ironizza il renziano Luigi Marattin, presidente della commissione Finanze della Camera.

Sul fronte del centrodestra Forza Italia frena: «Sì ai soldi ma la riforma va esaminata con attenzione» puntualizza Antonio Tajani.

Contro il ministro Gualtieri va giù duro il leghista Claudio Borghi: «La diffido ufficialmente dal dare il suo assenso alla riforma del Mes perché è privo di mandato. Qualora lei procedesse in tal senso corre un pericolo gravissimo e se ne assume la piena responsabilità penale».

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