Anche Aifa ieri ha dato il via libera al vaccino Pfzer BioNtech per gli adolescenti dai 12 ai 15 anni accogliendo pienamente il parere espresso dall'Agenzia Europea dei Medicinali. Secondo la Commissione tecnico scientifica, i dati disponibili dimostrano l'efficacia e la sicurezza del vaccino anche per i soggetti compresi in questa fascia di età. A ciò si aggiunge il benestare della Commissione Ue. Anzi, la commissaria europea alla Salute, Stella Kiyriakides invita a fare presto: «Gli Stati membri possono ora decidere di estendere la loro campagna vaccinale ai più giovani. Per mettere fine alla crisi, ogni dose conta». Ora si tratta di mettere in atto una strategia vaccinale a misura di 2milioni e 300 mila ragazzi. Ma niente grandi hub per loro, bensì visita programmata dal rispettivo pediatra che procederà alla vaccinazione sotto gli occhi di mamma e papà.
L'indicazione è questa, visto che sia il commissario straordinario Francesco Figliuolo sia il ministro della Sanità hanno sostenuto che l'era dei grandi centri vaccinali è destinata a esaurirsi. Ma serve pianificare le somministrazioni. E i pediatri convenzionati, oltre 9 mila in tutta la penisola, stanno ancora aspettando indicazioni. Tanto che il presidente della Federazione italiana medici pediatri, Paolo Biasci, sollecita le regioni. «Come categoria abbiamo firmato un protocollo d'intesa nazionale con il ministro Speranza oltre due mesi e mezzo fa spiega Biasci ma ora ogni regione deve stipulare degli accordi specifici e per il momento solo tre regioni su 21 si sono interessate, quindi non sappiamo quando potremo partire». Il pensiero va alle vacanze e all'inizio della scuola a settembre. Ce la faremo ad immunizzare oltre due milioni di ragazzi? «Noi stiamo sollecitando le regioni aggiunge Biasci - ma bisogna stabilire come sarà organizzato l'approvvigionamento, come ci arrivano le dosi, come si fa la chiamata attiva, l'accesso all'anagrafe vaccinale». Insomma ci sono nodi da sciogliere che richiederanno settimane. Intanto i ragazzini, finite le scuole andranno in vacanza. E tutto fa pensare che questa campagna per i minori slitterà a settembre.
Poi resta il nodo della volontarietà: in quanti si faranno vaccinare? «La vacconazione sarà fortemente consigliata ma non obbligatoria», è la posizione del sottosegretario alla Salute Pierpalo Sileri. Il presidente dell'Aifa, Giorgio Palù precisa che «non c'è la coercizione ed è vero che i bambini e adolescenti si ammalano molto poco e con sintomi lievi, ma vaccinando la fascia dai 12 ai 15 anni si interrompe la catena di trasmissione di contagio». Anche l'infettivologo Massimo Galli, sostiene l'opportunità del vaccino per i ragazzini. «Qualcuno dice che questa scelta nasconde l'egoismo degli adulti che vogliono proteggersi vaccinando i ragazzi premette ma qualche caso non bello lo vediamo anche nei ragazzi e credo che tra il vaccinarsi e infettarsi, anche per i ragazzi è molto meglio non avere a che fare con il covid». L'immunologo Sergio Abrignani, invece, sottolinea l'importanza «di evitare il diffondersi di varianti pericolose in un bacino di giovani se non immunizzati e dunque, prima si vaccinano i ragazzi e meglio è». Stesso concetto è rimarcato da Fabrizio Pregliasco secondo cui «il virus è così invasivo proprio per la delicatezza con cui infetta la gran quota di persone giovani e in buona salute. Ma sono proprio loro i diffusori che non possiamo permetterci. Elemento importante anche per garantire inizio anno scolastico in presenza».
Anche per Biasci «i ragazzi sono un bacino di diffusione del virus e anche loro vanno protetti». E pensa a settembre: «Insomma, abbiamo pregato in ginocchio che arrivasse il vaccino e ora che possiamo riaprire la scuola in sicurezza non lo facciamo? Non mi sembra ragionevole».
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