Occupazione a oltranza. D'accordo, ma magari se ne riparla dopo il Ponte. I duri e puri dei collettivi della Sapienza da martedì avevano fatto sospendere le lezioni nella facoltà di Scienze Politiche. La loro protesta per bloccare il convegno promosso da Azione Universitaria con ospiti Daniele Capezzone e Fabio Roscani, deputato di Fratelli d'Italia, era stata fermata dalla polizia. Il cordone degli agenti aveva allontanato dall'ingresso delle aule la cinquantina di «resistenti» che, posato lo striscione «Fuori i fascisti dalla Sapienza», avevano cercato di sfondare per impedire il convegno. «Manganellate, cariche e feriti», la denuncia dei collettivi. Da qui la decisione di occupare la facoltà contro la decisione della rettrice Antonella Polimeni di lasciar intervenire gli agenti. Assemblea permanente, telecamere e giornali a raccogliere le «voci» del dissenso dei giovani di sinistra, proprio nelle stesse ore in cui il Parlamento votava la fiducia al governo di Giorgia Meloni, il primo ministro di destra-destra. E infatti dalle aule dell'ateneo romano è stato tutto un susseguirsi di appelli e richiami all'antifascismo. Nell'università e nel Paese. La «resistenza a oltranza», però, è durata soltanto fino a venerdì. L'occasione del centenario della Marcia su Roma ha permesso ai collettivi di organizzare un «aperitivo antifascista», nelle aule ancora occupate. L'appuntamento doveva servire a decidere le «prossime mosse della protesta». Ma, non si sa se complice la scarsità di ghiaccio o la carenza di patatine, dall'assemblea non hanno chiarito i passi per il futuro. Ieri, poi, la polizia era pronta a sgomberare le aule occupate di Scienze Politiche. Ma le ha trovate vuote. «Occupazione sospesa, appuntamento per il 4 novembre, dopo Ognissanti» l'ordine di scuderia. D'altronde, si sa, il Ponte per le festività è l'unico in grado di unire davvero l'Italia e gli italiani. Fascismo e antifascismo oggi appaiono concetti datati e un po' sbiaditi se messi a confronto con una settimana al mare sfruttando il clima da fine estate di questo autunno 2022. Che è caldo sì, ma più in riva al mare che nelle università.
In attesa che i giovani dei collettivi si chiariscano le idee sui pericoli per la democrazia e le mosse contro la rettrice, magari guardando il tramonto o con la classica indianata intorno al falò, l'occupazione può attendere. Adelante Pedro. Ma con juicio.
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