Non ci stanno, le Olgettine, a doversi trovare una casa e magari un lavoro. All'indomani della decisione degli eredi di Silvio Berlusconi di chiedere alle ospiti delle feste di Arcore di riconsegnare le abitazioni in cui hanno vissuto per anni senza pagare l'affitto, alcune delle ragazze - divenute ormai adulte - mugugnano apertamente o promettono rivelazioni. E una di loro, Barbara Guerra, tira fuori persino il file di una registrazione, compiuta evidentemente di nascosto, di un dialogo col Cavaliere.
A dodici anni dalla sua esplosione e dopo otto processi, il «caso Ruby» non finisce di spargere i suoi veleni: anche adesso che il principale imputato non può più essere processato. La morte di Berlusconi non ha convinto la Procura di Milano a chiudere le ostilità, mandando in soffitta un procedimento su cui si è giocata, senza grande fortuna, la faccia: dopo l'assoluzione di tutti gli imputati nel processo Ruby ter, pronunciata a Berlusconi ancora vivo il 15 febbraio scorso, i pm hanno deciso di ricorrere in Cassazione per annullare le assoluzioni e far celebrare un nuovo processo, nonostante la morte, il 12 giugno, dell'ex presidente del Consiglio. Obiettivo: fare un processo a Berlusconi senza Berlusconi, sul banco degli imputati la memoria del Cavaliere.
Il ricorso della Procura ha già superato il primo vaglio di ammissibilità, la decisione della Cassazione - già prevista per il 5 marzo - è stata posticipata al 20 marzo. Ed è inevitabile leggere anche con un occhio all'appuntamento in Cassazione quanto sta accadendo in queste ore. Le dichiarazioni ai giornali, le intercettazioni fatte di soppiatto, non possono entrare nel fascicolo. Ma possono preparare il clima migliore per gli irriducibili che vorrebbero riaprire per l'ennesima volta il «caso Ruby», celebrare nuovamente un processo che - sono parole del giudice Marco Tremolada, autore dell'ultima sentenza di assoluzione - non sarebbe mai neanche dovuto iniziare.
Nel processo Ruby ter la Guerra e le altre Olgettine erano accusate di corruzione e falsa testimonianza, per avere - secondo i pm - mentito sotto giuramento in occasione dei primi processi, quando esclusero di avere assistito a scene hot nella villa di Arcore. Peccato che quegli interrogatori fossero stati compiuti senza avvocati e senza garanzie, impedendo alle ragazze - di fatto già indagate - di avvalersi dei loro diritti. Dal canto suo, Berlusconi ha sempre ammesso e rivendicato gli aiuti economici alle giovani ospiti delle sue feste, spiegandoli come un sostegno a persone che avevano avuto vita e carriera danneggiate per causa sua.
Ora, a sei mesi dalla morte dell'ex premier, i suoi figli hanno deciso che non c'è più motivo di continuare a versare l'assegno mensile di 2.500 euro che percepivano buona parte delle donne, nè di alloggiarle gratis. La reazione di alcune, come ci si poteva aspettare, è rabbiosa. Marysthelle Polanco, scrive ieri il Corriere della sera, promette di «vuotare il sacco» dopo la sentenza della Cassazione.
La Guerra va oltre, fa sapere che la casa ormai è sua, e diffonde attraverso i suoi legale l'audio di quello che sembra un incontro col Cav: «Primo impegno mio, domani informo i proprietari della casa e ti facciamo avere subito un contratto di comodato. Sai cos'è? È la dazione gratuita di una casa», dice l'uomo, che po aggiunge: «L'intestazione non è possibile perché è corruzione».
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