L' importante è insultare. Non c'è altro sui social, vere discariche a video aperto, dove è possibile trovare di tutto e di rutto, luoghi di repressi e depressi. Belen Rodriguez viene ricoperta di ingiurie volgari perché ha osato farsi fotografare con in mano un libro. Federica Pellegrini rientra da Pechino e scopre sul lungomare di Jesolo scritte oscene a lei dedicate da qualche vigliacchetto notturno. L'offesa è un dovere per farsi conoscere ma non riconoscere, perché i codardi si nascondono dietro sigle, soprannomi, pseudonimi, scarabocchiano e scappano.
I naviganti si muovono clandestinamente a farsi spenti, scafisti di pensieri cattivi e parole luride, Belen e Federica, come mille altre donne e poi con loro, uomini della politica e dello spettacolo e dello sport, non c'è un solo spicchio che riesca a sottrarsi a questa nube tossica, la polizia postale si muove soltanto per figure illustri ma è impossibile arginare un fenomeno che ormai non ha confini e soprattutto identità. Nulla sarà come prima, era il canto infantile del lock down. Verissimo, tutto è peggio di prima, l'aggressività tenuta sotto vuoto esplode pericolosamente, è un shame-work un lavoro vergognoso a distanza, da un computer o telefono cellulare utilizzati come bombe velenose.
Non c'è difesa, non ci sono cinture di sicurezza salvo l'isolamento, la fuga da questa vita di false relazioni, di amicizie richieste da sconosciuti che poi si rivelano vipere, uno, dieci cento episodi di ricatti, amori virtuali trasformati in estorsione. Anche un normale, si fa per dire, dibattito diventa l'occasione e il pretesto per il libero sfogo, la parola violenta, il disprezzo, il ghigno strafottente. L'idolo è un bersaglio facile, sui social perde tutti i suoi privilegi, la fama si trasforma in fango, il monumento si ritrova coperto dalle deiezioni.
Chi prova a replicare a una critica viene travolto da uno tsunami di trivialità, Belen non può leggere, dunque, non ne ha la facoltà, deve limitarsi a mostrare il corpo ma non il cervello e Federica Pellegrini si preoccupi soltanto di nuotare.
Quanto poi alla moltitudine che si esibisce platealmente su tik tok e affini, quello appartiene ha una tribù che ha già messo a bilancio la molestia e addirittura se ne fa vanto. Una volta si diceva, non c'è più religione. Effettivamente anche il Papa tedesco ha chiesto perdono.
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