La Onlus degli orrori: "Disabili picchiati e torturati"

L'inchiesta della Finanza: 17 in manette. I vertici della struttura accusati anche di truffa

C'era chi prendeva parte attiva alle torture quotidiane, chi sentiva le urla strazianti dei 23 pazienti disabili psichici e fisici gravi ospiti di una struttura residenziale gestita da una Onlus nel Palermitano, e non muovevano un dito. Piuttosto erano preoccupati di perdere il lavoro se la Guardia di finanza avesse scoperto le malefatte contro i pazienti e le casse pubbliche, visto che la Onlus, in regime di convenzione con l'Asp di Palermo, erogando «a ciclo continuo» servizi di riabilitazione in favore dei pazienti, ha percepito in 5 anni 6,2 milioni di euro di soldi pubblici.

Il Gip di Termini Imerese ha, pertanto, disposto il sequestro preventivo della Onlus e di beni e disponibilità finanziarie per oltre 6,7 milioni. «Lì se campano o se muoiono, non interessa a niente a nessuno». Le intercettazioni delle Fiamme gialle di Palermo sono scioccanti e le immagini dei pazienti trascinati per terra, le urla, le suppliche sono da film dell'horror.

La «stanza relax» altro non è che una stanza da isolamento. I pazienti venivano imbottiti di farmaci solo per mantenerli sedati. Da qui l'ipotesi di tortura, oltre che maltrattamenti e sequestro di persona. «Gli ospiti del centro sono sottoposti a un regime di vita che non è eccessivo definire contrario al principio di umanità» ha scritto il Gip. Eppure la struttura andava avanti a suon di soldi pubblici, grazie a compiacenze di un funzionario Asp in cambio dell'assunzione di figlio e nuora. Parte dei soldi venivano usati dai soci per viaggi, gioielli e auto.

Oltre ai maltrattamenti e alle torture viene contestata la truffa aggravata per il conseguimento di erogazioni pubbliche, l'ipotesi di malversazione e la corruzione del funzionario. Sono 35 i soggetti raggiunti da misure restrittive: 10 in carcere, 7 ai domiciliari, 5 sottoposti all'obbligo di dimora nel comune di residenza e 13 destinatari del divieto di esercitare attività professionali per un anno.

«Abbiamo documentato un campionario aberrante di crudeltà e nefandezze disumane, comportamenti estremamente gravi e ancora più intollerabili poiché in danno di soggetti

psicologicamente e fisicamente fragili e indifesi commenta il col. Gianluca Angelini -. L'aspetto più inquietante è che tutte le figure professionali della struttura erano coinvolte o consapevoli delle condotte delittuose».

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