A Roma per riprendersi il M5s. Ci voleva l'ordinanza del Tribunale di Napoli, con conseguente sospensione della leadership di Giuseppe Conte, per convincere Beppe Grillo a scendere nella Capitale. I big e i parlamentari chiedevano da mesi la presenza del fondatore, che ha sempre rimandato l'appuntamento. Ma adesso, a rigor di Statuto, il capo è di nuovo lui. Non ci sono inchieste che tengano - dal caso Moby alla vicenda del figlio Ciro - perché ora tocca a Grillo dirimere la questione. Il comico potrebbe arrivare a Roma - il condizionale è sempre d'obbligo - già con le idee chiare. Nessuna mediazione politica, niente trattative. Si farà come dice lui. Anzi, va ripetendo il Garante, «io farò solo quello che mi dicono i miei avvocati». La situazione è scivolosa. In ballo ci sono possibili ricorsi, fanno paura ipotetici risarcimenti. Il Garante del M5s ascolterà tutte le campane, ma farà solo ciò che gli consiglieranno i legali di fiducia, in primis il suo storico avvocato Andrea Ciannavei. In programma vari incontri. Forse un faccia a faccia con Conte oppure un summit con il gotha dei Cinque Stelle: oltre al leader decaduto, Luigi Di Maio, Roberto Fico, i ministri. La prima opzione sul tavolo di Grillo è sempre quella di procedere con la votazione dei tre componenti del Comitato di garanzia, il soggetto che poi dovrà compiere i passi successivi d'intesa con il Garante. Toccherà stilare una rosa di sei nomi selezionati tra gli iscritti che non ricoprono cariche elettive. Tra questi candidati saranno eletti i tre più votati dalla base. Per quanto riguarda la piattaforma i legali sono al lavoro sul dossier, anche se Rousseau resta la strada più praticabile.
Poi davanti a Grillo si aprirà un bivio. L'ipotesi più radicale, ma anche quella più al riparo dai ricorsi, prevede l'indizione della consultazione per eleggere i cinque membri del comitato direttivo previsto dallo Statuto rimasto in vigore. Politicamente sarebbe uno strappo con Conte. Fonti contiane, di fronte a questa eventualità, si irrigidiscono: «Se nomina il direttorio faremo un altro partito». Circolano varie ipotesi. A partire da una serie di liste civiche alle prossime amministrative contrassegnate con il marchio Con-Te, con un richiamo al cognome dell'avvocato pugliese. Il capo sospeso abbozza: «Incontrerò Grillo, stiamo studiando varie soluzioni, l'azione di una forza politica non può interrompersi per un provvedimento giudiziario».
Il sottosegretario all'Interno Carlo Sibilia in un'intervista al Corriere della sera attacca Di Maio: «è stato emotivo, le difficoltà bisogna tenerle all'interno». E poi continua: «Possiamo rifare 100 volte la votazione su Conte ma il verdetto non cambierà». Grillo è cosciente del rischio scissione e studia anche un modo per far rimanere in sella Conte. Che consisterebbe in una modifica dello Statuto chiesta dai nuovi garanti e poi in un voto per incoronare l'ex premier, che però potrebbe non essere il solo a correre. Non un plebiscito, meglio una competizione aperta per evitare nuove vertenze da parte degli iscritti ribelli. Sullo sfondo l'attivismo di Virginia Raggi, che cerca un'occasione per tornare in campo.
Tra le modifiche allo Statuto,
Grillo non esclude un ritocco dell'equilibrio dei poteri tra presidente e Garante. Il comico potrebbe ritagliarsi maggiore libertà d'azione, lasciando a un Conte che dovrebbe primeggiare nel voto online la presidenza del M5s.
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