Sono oltre 6.600 gli armeni evacuati dal Nagorno-Karabakh a seguito dell'occupazione portata dall'esercito azero e la resa di Erevan. Lo ha riferito il governo armeno, precisando nel suo ultimo aggiornamento che «6.650 sfollati interni sono entrati nella Repubblica di Armenia dal Nagorno-Karabakh». Per facilitare le operazioni è stato istituito un centro umanitario nel villaggio di Kornidzor, vicino al corridoio di Lachin che collega l'Armenia alla regione contesa. Il timore più grande è quello di una possibile pulizia etnica ai danni di chi rimarrà nel Paese.
L'Azerbaigian ha affermato di voler reintegrare gli armeni come «cittadini con pari diritti» ma i rifugiati non credono a queste parole La BBC ha raccolto le testimonianze di numerose persone che hanno spiegato di non sentirsi al sicuro e che contano di non tornare più indietro anche se non hanno nulla. I medici raccontano di persone esauste, malnutrite e psicologicamente distrutte. Il governo armeno ha dichiarato che a centinaia di rifugiati sono già stati forniti alloggi finanziati dal governo ma al momento non c'è un vero e proprio piano di accoglienza. Intanto più di 140 persone sono state arrestate a Yerevan in seguito alle ultime proteste antigovernative. Il presidente armeno Pashinyan è stato accusato di aver fatto troppe concessioni all'Azerbaigian e si chiedono le sue dimissioni.
David Babayan, consigliere del leader etnico armeno del Nagorno-Karabakh, Samvel Shahramanyan, ha spiegato che quasi tutti i suooi connazionali se ne andranno: «Il nostro popolo non vuole vivere come parte dell'Azerbaigian, il 99,9% delle persone preferisce lasciare le nostre terre storiche», migliaia di persone sono senza cibo né riparo e dormono negli scantinati, negli edifici scolastici o all'aperto.
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