Ora Kim sfida tutti con la mini-bomba atomica

Il dittatore: «È pronta per essere montata sui missili». Gli esperti: «Un modellino»

Francesco Leone GrottiIl quotidiano ufficiale del regime comunista nordcoreano, il Rodong Sinmun, ha pubblicato mercoledì le immagini di quello che appare un ordigno nucleare miniaturizzato. La bomba era posizionata in bella mostra di fianco al missile balistico Hwasong-13, uno di quelli che potrebbero essere usati per lanciare la minaccia nucleare agli Stati Uniti. Il dittatore Kim Jong-un, come sempre accerchiato da ufficiali intenti a trascrivere nei taccuini ogni singola parola che esce dalla sua bocca, è stato fotografato durante l'ispezione a una base missilistica. Le parole del «Brillante leader» riportate dall'agenzia di stampa Kcna sono tutt'altro che rassicuranti: «Le testate sono state standardizzate per poter essere montate su vettori grazie alla loro miniaturizzazione. Questo può essere definito sul serio come deterrente nucleare».Non è facile capire da una fotografia se la bomba nella foto sia vera, anche se Suh Kune-yull, scienziato nucleare all'Università nazionale di Seul, ha rassicurato la stampa sudcoreana: «Di sicuro quell'ordigno è un modellino. Se si guarda agli specchi collegati alla testata, ce ne sono solo una trentina. Questo significa che, in ogni caso, siamo a uno stadio prematuro e la potenza esplosiva per gli standard odierni è relativamente bassa». Se la credibilità della minaccia nucleare nordcoreana resta ancora un punto interrogativo per gli esperti, il tempismo con cui sono state pubblicate le foto rappresenta una certezza: la Corea del Nord non ha cambiato modus operandi. Contrariamente a quanto appare, Pyongyang ha sempre agito con lucidità e la bomba atomica, prima ancora che per attaccare, serve per minacciare il mondo in modo serio e credibile. Agli occhi dei leader comunisti, essere in possesso di un vero deterrente è la via più breve per strappare alla comunità internazionale concessioni economiche e politiche. E ora Pyongyang ne ha bisogno.Pochi giorni fa il Consiglio di sicurezza dell'Onu ha approvato all'unanimità le sanzioni più dure mai inflitte da vent'anni al paese. Costruite sul «modello-Iran», l'obiettivo è quello di tagliare tutti i canali finanziari del regime e anche se la Cina, come ha sempre fatto, chiuderà un occhio su alcune imprese che non le rispettano, il danno economico è assicurato. La reazione non si è fatta attendere. Prima Kim ha protestato contro le sanzioni ordinando un lancio missilistico a corto raggio verso il Mar del Giappone e poi minacciando Stati Uniti e Corea del Sud di «attacchi nucleari preventivi».

Pubblicizzando la presunta bomba atomica miniaturizzata non ha fatto altro che alzare ancora la tensione, già ai massimi storici dopo il test nucleare di gennaio (il quarto della storia del paese) e quello missilistico a lungo raggio mascherato da lancio satellitare di febbraio (il sesto dal 2006).L'esuberanza militare del terzo Kim non ha come unico obiettivo quello di diventare una minaccia credibile e di riportare la comunità internazionale al tavolo delle trattative.

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