Ora l'Olanda critica la Rackete ma scarica i problemi sull'Italia

Il governo olandese ammette gli errori di Carola. E, pur non avendo mosso mai un dito, si lamenta anche che l'Italia deve fare di più sui respingimenti

Ora l'Olanda critica la Rackete ma scarica i problemi sull'Italia

Adesso che Carola Rackete è agli arresti per aver forzato il blocco imposto dal Viminale e aver speronato una motovedetta della Guardia di Finanza (guarda il video), l'Olanda, il Paese di cui batte bandiera la Sea Watch 3, ha fatto un passo indietro criticando la decisione della comandante di dirigersi verso Lampedusa. Nella lettera di risposta al ministro dell'Interno italiano, Matteo Salvini, la segretaria di Stato olandese all'immigrazione, Ankie Broekers-Knol, osserva (finalmente) che, anziché dirigersi versi l'Italia, la nave della ong tedesca sarebbe "potuta tornare in Libia o andare in Tunisia". Un'ammissione tardiva che non spazza via l'indifferenza dell'Aja dei giorni scorsi. Il governo olandese non ha mai mosso un dito per aiutare a sbloccare la situazione.

"Il comportamento del governo olandese è disgustoso. Rispettosamente parlando", si lamentava nei giorni scorsi Salvini mentre si trovava a dover gestire il caso della Sea Watch 3. "C'è una nave che batte bandiera olandese e se ne strafregano completamente", denunciava il ministro dell'Interno informando, ai microfondi di Radiouno, di aver già scritto alla sua collega agli Interni in Olanda, ma "senza avere uno straccio di risposta". Ora che la situazione è finita nel peggiore dei modi (un blocco forzato, una strage sfiorata e l'ennesima figuraccia di Bruxelles), la maggior parte dei Paesi europei tornano a parlare. I primi sono stati la Francia e la Germania che ieri si sono messi a dare lezioni di buonismo all'Italia spiegando che "salvare vite umane non è reato". Oggi, poi, è toccato alla stessa Olanda.

Nei prossimi giorni la Broekers-Knol verrà a Roma per avere colloqui bilaterali con Salvini. Nella lettera dai toni all'apparenza sereni, pubblicata in esclusiva dal Corriere della Sera, la segretaria di Stato olandese all'immigrazione sottolinea che la Rackete si sarebbe anche potuta dirigere verso il porto olandese di competenza, ma fa anche notare a Salvini che "contrariamente a quanto Lei dichiara nella sua lettera, non ha mai chiesto di sbarcare in Olanda". A detta del governo dell'Aja il fatto che una nave batta la bandiera di un certo Stato, non implica che questo sia obbligato ad "accogliere le persone soccorse". Quindi ricorda al governo italiano che, "in assenza di una prospettiva di cooperazione verso una soluzione concreta e strutturale come quella indicata nelle conclusioni del Consiglio Europeo del giugno 2018", ha deciso di non partecipare più oltre agli schemi di sbarco ad hoc e che "non prenderà più migranti dalle operazioni Sar (Safe and Rescue, ndr) in un'area ampiamente colpita dalle attività dei trafficanti di esseri umani".

L'Olanda rivendica di essersi sempre impegnata a "rispettare l'obbligo di salvataggio delle gente in mare imposto dalla legge internazionale". Tuttavia dà ragione a Salvini spiegando che le operazioni della Sea Watch 3 "non dovrebbero contribuire alle attività criminali dei trafficanti". Da qui l'invito al nostro Paese affinché si faccia un fronte comune per ottenere una riforma del sistema europeo di asilo e immigrazione che sia basata "sui principi della solidarietà e responsabilità" ma che preveda anche "una procedura obbligatoria europea di espulsione ai confini esterni". Secondo la Broekers-Knol, infatti, nei casi dei migranti che non hanno diritto alla protezione internazionale, il ricollocamento è "uno spreco di sforzi e risorse finanziarie dei contribuenti" che "dovrebbe essere evitato" in qualunque modo.

Al di là del politichese, quando poi il Corriere della Sera riesce a intervistare la segretaria di Stato all'immigrazione, questa non ci impiega tanto a criticare l'operato dell'Italia.

Se infatti da una parte si dimostra consapevole della pressione migratoria che negli ultimi anni è gravata sul nostro Paese, dall'altra lamenta il "continuo, alto numero di richiedenti asilo" che arrivano nei Paesi Bassi, "molti dei quali provenienti dall'Italia".

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