Putin il cannibale non si accontenta e apre un nuovo a fronte a ovest, in direzione Polonia. L'offensiva, per stessa ammissione del Cremlino, è lanciata a tutto campo. Lo conferma anche il presidente Zelensky, che denuncia la presenza di «più di 100mila uomini sulla nostra terra». Il Pentagono, da parte sua, rivela che il 50% delle forze di combattimento russe sono entrate in Ucraina. L'attacco nella parte occidentale del Paese è corroborata dalle informative di intelligence tedesche e americane, e sostenuta anche dal Dan, il principale quotidiano di Kiev. L'obiettivo è Leopoli. Una colonna di mezzi è stata intercettata e fotografata sulla superstrada E40 all'altezza di Sukhodol, a 75 km da Leopoli. L'intento del leader del Cremlino è quello di accerchiare l'Ucraina, tagliando al tempo stesso la linea di rifornimenti che provengono dall'occidente. Sul fronte est del Donbass le milizie separatiste controllano 50 km di territorio ucraino e le località di Muratove e Shachastia. L'intelligence di Kiev ritiene che i russi, sotto falsa bandiera, starebbero architettando attacchi chimici la cui responsabilità verrebbe poi attribuita all'Ucraina. Duri combattimenti si segnalano a Kharkiv, mentre la popolazione, sia nel Donbass, che in altre regioni, si sta mobilitando per smontare i cartelli segnaletici, cancellare punti di riferimento e, si legge, «spedire i russi direttamente all'inferno». Nel sud Mosca è riuscita ieri a prendere il controllo dell'aeroporto di Berdyansk, punto strategico per far atterrare le nuove milizie che Putin sta inviando per velocizzare l'invasione. Al netto dell'offensiva, l'Ucraina sta opponendo una resistenza significativa. James Heappey, stratega del ministero della Difesa britannico, alla Bbc parla di «atteggiamento straordinario dei soldati ucraini. I tentativi di prendere Kharkiv, Kherson, così come Mariupol e Sumy, sono al momento falliti. E anche le colonne di mezzi armati in marcia verso Kiev sono ancora lontane per la grande determinazione ucraina». Alcuni blog filo-Putin hanno risposto spiegando che i rallentamenti sono dovuti alla mancanza di carburante, ma per l'europarlamentare estone Riho Terras, «Mosca è a corto di armi, e dispone di razzi solo per 3 o 4 giorni». Il conflitto non si sta però combattendo solo con le armi. La guerra viaggia parallela tra dichiarazioni più o meno credibili, video di propaganda manipolati, conteggi di perdite sul campo che variano a seconda della fonte. Ieri la stampa ucraina ha annunciato che l'esercito è riuscito ad annientare in tre giorni 3.500 soldati di Mosca, rivelando di aver ripreso il controllo di Chernobyl. Sulle vittime il Cremlino non fornisce dati ufficiali, ma l'immagine dei soldati del generale Valery Gerasimov attorno all'impianto nucleare è a prova di fake-news. Anche il percorso di un possibile dialogo è costellato da voci incontrollate. L'Ucraina «era ed è pronta a discutere di cessate il fuoco e pace con la Russia». Così il portavoce della presidenza, Sergy Nykyforov, venerdì. Notizia però smentita dal ministro degli Esteri russo Lavrov, «non se ne fa nulla. Volevamo incontrarci a Kiev, loro hanno optato per Varsavia». Kiev ha persino sostenuto che le dichiarazioni apparse sui giornali non appartenessero a Nykyforov. Aggiungendo sabato che l'Ucraina non aveva rifiutato di negoziare con Mosca, semmai «è stata la Russia a proporre condizioni inaccettabili».
Putin aveva ordinato lo stop temporaneo dell'avanzata in Ucraina, in attesa di possibili negoziati con Kiev. «Da parte nostra c'è stata buona volontà - spiega dal Cremlino Dmitry Peskov - ma ora rifiutiamo i negoziati e ampliamo l'offensiva».
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