Orbán divide la destra italiana. Incontra il Papa e poi Salvini

Visita a Roma del premier ungherese appena rieletto. L'udienza di 40 minuti e la benedizione del Pontefice

Orbán divide la destra italiana. Incontra il Papa e poi Salvini

«Ha incontrato il Papa, dai, non scherziamo». Quando Matteo Salvini lascia l'accademia d'Ungheria, in via Giulia, dopo un abbraccio con Viktor Orbán, l'unico commento che si concede è per replicare a chi gli chiede conto dell'opportunità di quell'appuntamento con il controverso primo ministro ungherese, fresco di conquista del suo quarto mandato. Perché, in effetti, prima di vedere il leader del Carroccio, evidenziando suo malgrado le divisioni della destra italiana ed europea, Orban fa tappa in Vaticano. Dove ieri mattina lo ha accolto Papa Francesco. Il leader europeo più vicino a Putin (che si è congratulato per la sua vittoria alle urne, a inizio mese), l'uomo che ha aperto le porte dell'Ungheria ai profughi ucraini (oltre 620mila da inizio conflitto) ma ha detto no all'invio di armi a Kiev, il politico che, dopo la vittoria, ha citato tra i suoi avversari pure il presidente ucraino Volodymyr Zelensky, è rimasto faccia a faccia con il pontefice, che pure sul conflitto russo-ucraino ha una posizione di ben altro segno, per 40 minuti. Papa Francesco ha esplicitamente elogiato l'Ungheria per la protezione dei rifugiati, regalando all'ospite una formella in bronzo di San Martino che dona a un povero una parte del suo mantello: «Voi ungheresi in questo momento ne state ricevendo tanti», avrebbe spiegato il papa, riferendosi ai profughi in fuga dalla guerra. E Orbán, stando all'interprete, avrebbe replicato con una battuta: «Non dimentichi che ha dato solo metà del mantello». Il Papa ha poi benedetto Orbán, la sua famiglia e l'Ungheria, mentre il primo ministro, dopo aver chiesto al pontefice «di sostenere i nostri sforzi per la pace», lo ha nuovamente invitato per una visita a Budapest.

Così, fortificato dalla benedizione del Santo padre alla particolare «neutralità» rispetto al conflitto russo-ucraino, Orbán ha poi visto Salvini, che si è congratulato per il quarto mandato e per l'apprezzamento incassato dal pontefice sui rifugiati. I due hanno poi fatto il punto della situazione internazionale alla luce del conflitto, discutendo «di pace, economia, sostegni per famiglie e imprese, lotta all'immigrazione clandestina, difesa degli interessi italiani e ungheresi». Tutto in «totale sintonia», ha spiegato Salvini, quanto a lotta all'immigrazione illegale e politiche fiscali, e anche «per lavorare a un progetto di centrodestra europeo chiaramente alternativo ai socialisti, per difendere i valori e le radici dell'Occidente». Quanto all'Italia, ricordando al premier magiaro che l'anno prossimo si voterà per le politiche, il leader del Carroccio ha vaticinato: «Sono convinto che il centrodestra vincerà». Ma quale centrodestra? Domanda lecita, perché l'ottimismo di Salvini stride con una visita che, sul terreno sovranista, marca la distanza dagli alleati, decisamente più schierati contro la Russia. Anche Giorgia Meloni aveva fatto i complimenti a Orban dopo il successo elettorale, ma ieri la leader di Fdi non c'era (come non c'erano esponenti di Forza Italia), e pure il riferimento al «progetto di centrodestra europeo» fatto da Salvini fa eco al dualismo Lega-Fdi che si ripropone in Europa.

Con la prima in Identità e democrazia e i secondi nel gruppo dei Conservatori e riformisti, mentre Fidesz, dopo l'addio al Ppe, è ancora fuori dai «progetti alternativi» comuni, difficilissimi da tessere in un momento in cui a dividere sono proprio le differenti posizioni rispetto al conflitto.

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