"Orsini ha idee strampalate". Il grillino pro Nato si sgancia dal professore

Luca Frusone, grillino che guida la delegazione parlamentare italiana alla Nato, stronca le tesi del professor Alessandro Orsini (che invece viene ascoltato dalla base contiana) e spiega come e perché l'Italia dovrebbe continuare a sostenere l'Ucraina

"Orsini ha idee strampalate". Il grillino pro Nato si sgancia dal professore
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Luca Frusone, presidente della delegazione dell'Assemblea parlamentare alla Nato ed esponente del MoVimento 5 Stelle, non la pensa come il professor Alessandro Orsini e, a differenza di Giuseppe Conte, non ne apprezza a quanto pare il "pensiero laterale", come il capo grillino ha invece avuto modo di dire. Sull'Ucraina? L'Italia, per il grillino, dovrebbe continuare a sostenere il Paese guidato da Volodymyr Zelensky.

Com'è andato l'ultimo vertice Nato?

"Il vertice è stato molto interessante. I rapporti spaziavano in molte direzioni, con temi che stanno entrando sempre più nel dibattito della Nato, come i cambiamenti climatici e le supply chain. Sul dossier ucraino, abbiamo ascoltato vari ministri ucraini ed il presidente della Rada che ci hanno aggiornato su alcuni aspetti. Le loro dichiarazioni sono state tutte in linea con quelle di Zelensky negli ultimi giorni, hanno ribadito l'importanza degli aiuti ricevuti e spiegato di cosa hanno bisogno".

Lei è favorevole o no alla continuazione di invio di armi alla Ucraina da parte dell’Italia?

"Dal mio punto di vista, l'italia deve continuare a sostenere l'Ucraina ma occorre tenere conto di alcuni aspetti. Alcune richieste fatte riguardano lanciatori missilistici avanzati e, anche se hanno una funzione difensiva, difficilmente possono essere usatii senza il giusto addestramento. Ritengo che certe richieste siano piu indirizzate agli ex paesi sovietici ed agli Stati Uniti che a noi. Stiamo facendo molto e ce lo riconoscono. Abbiamo avuto occasione di parlare anche con i presidenti dei Parlamenti finlandese e svedese e della loro richiesta di adesione alla Nato".

C’è la necessità di trovare una soluzione.

"Questa guerra terminerà con un accordo ed i termini dovranno deciderli l'Ucraina e la Russia. Gli altri Paesi possono svolgere la funzione di facilitatori ma continuare a ripetere che serve dialogo è un poì fine a se stesso perché, se Putin non vuole dialogare, allora non ci sarà spiraglio per una trattativa. L'Italia deve proporsi ma alla fine dovranno essere i due Paesi a decidere".

Però il pensiero di Conte sembra tangere con le tesi alla Orsini.

"Fortunatamente non vedo queste affinità tra quello che dice Conte e le strampalate tesi di Orsini. Per lui l'Ucraina avrebbe già dovuto cedere parte del suo territorio se non tutti e noi diventare neutrali che oggi vuol dire fare il gioco di Putin. Conte non ha mai pensato a qualcosa del genere, anzi sin da subito ha approvato il supporto all'Ucraina. Oggi dice che c'è bisogno di aumentare gli sforzi diplomatici che è molto diverso dalla completa resa che Orsini va vaticinando tra un po' anche a masterchef".

Lei sembra l’anti Petrocelli. Se ne rende conto?

"Ritengo di avere, per fortuna, più in comune con i Paesi democratici che con i regimi. Parafrasando Churchill, convengo che anche le democrazia hanno problemi e non siamo di fronte alla forma di governo perfetta ma non per questo lodo i regimi che sono l'opposto della forma di governo perfetta".

Il piano italiano per la pace è emerso sulla stampa. Però Draghi non ne ha parlato. Il che stupisce un po’, no?

"Il piano è stato un tentativo di dialogo, il proseguimento di quello che sta richiedendo l'opinione pubblica, ossia maggior dialogo.

Ha dimostrato però che finché le due parti non saranno costrette o non avranno raggiunto gli obiettivi prefissati diventerà difficile un accordo. Questo non vuol dire che dobbiamo attendere per fare proposte, dobbiamo continuare ma sapendo che fino a quando non ci saranno certe condizioni un esito positivo è poco probabile".

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