Gli ostaggi sono vivi, libere due americane. "Ma Israele non tratta". Il piano in tre mosse per abbattere Hamas

Gli ostaggi sono vivi, libere due americane. "Ma Israele non tratta". Il piano in tre mosse per abbattere Hamas
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«Sarà difficile, lunga e intensa», ma l'invasione di Gaza ci sarà. Parola del maggiore generale Yaron Finkelman, capo del comando meridionale delle Forze di Difesa Israeliane, che conferma: l'esercito sta ultimando i preparativi per l'offensiva di terra e l'ingresso dei soldati a Gaza. Centomila civili israeliani sono già stati evacuati nel nord e nel sud di Israele, le zone a rischio sia al confine con la Striscia di Gaza che con il Libano, da cui non smettono di arrivare i razzi di Hamas e Hezbollah.

Quella dell'esercito israeliano sarà un'operazione in tre fasi, ha spiegato alla Knesset il ministro della difesa Yoav Gallant. La fase uno è «un impegno prolungato di fuoco su Gaza con una manovra di terra per l'eliminazione dei membri di Hamas e delle sue strutture». La fase due è «intermedia, per eliminare i nidi di resistenza». La fase tre consisterà nella «creazione nella Striscia di un nuovo regime di sicurezza, sia per i cittadini di Israele, sia per gli stessi abitanti di Gaza», spiega ancora Gallant.

Colpito al cuore nella strage del 7 ottobre (1400 vittime israeliane e oltre 5mila feriti, di cui 50 ancora gravi) lo Stato ebraico non intende arretrare sui piani di distruggere Hamas sul suo territorio. E gli annunci di Israele fanno tremare i palestinesi e la Mezzaluna rossa, che avverte di un ordine di evacuazione emesso dalle forze israeliane per l'ospedale Al-Quds a Gaza. Dentro ci sono 400 pazienti e 12mila sfollati. «C'è il rischio di una catastrofe come all'ospedale di Al-Ahli», denunciano, anche se quel raid è stato un errore della Jihad islamica per Stati Uniti e Usa.

Israele non tratta nemmeno sugli ostaggi, oltre duecento, fra cui 20 minorenni e una ventina di over-60, la maggior parte dei quali sarebbe viva, dice l'esercito. Fonti Bbc riferiscono che il governo israeliano avrebbe rifiutato l'offerta di Hamas di rilasciare alcuni sequestrati, in cambio di un cessate il fuoco. Eppure ieri due cittadine americane con doppia nazionalità israeliana, Judith and Natalie Raanan, madre e figlia di 18 anni, sono state liberate, consegnate alla Croce Rossa e secondo Channel 12 portate in Egitto. Un traguardo ottenuto «con la mediazione del Qatar», fa sapere Hamas, «per dimostrare al popolo americano e al mondo che le affermazioni di Biden e della sua amministrazione fascista sono false e infondate». Israele ci tiene a precisare di non aver offerto nulla per la liberazione. Continuerà a bombardare Gaza e dintorni, da cui sono fuggiti mezzo milione di palestinesi, e poi «boots on the ground», offensiva via terra. Mosca prova a giocare la sua parte. L'ambasciatore russo in Israele, Anatoly Viktorov, spiega che sono in corso contatti tra Mosca e Hamas per la liberazione gli ostaggi, tra cui due russo-israeliani.

Si tratta senza sosta anche per alleviare le sofferenze dei palestinesi. Il valico di Rafah tra l'Egitto e la Striscia di Gaza non ha riaperto ieri. Ma si riparla di oggi o domani, dopo che il presidente americano Joe Biden ha annunciato un accordo con Egitto e Israele per la riapertura «entro 24-48 ore», quando arriveranno i primi 12 camion di aiuti. Straziato si dice il segretario generale dell'Onu Antonio Guterres, che ieri era proprio a Rafah: «È impossibile non avere il cuore spezzato.

Dietro queste mura ci sono 2 milioni di persone a Gaza senza acqua, cibo, medicine, carburante». «Ulteriori ritardi si tradurranno in più sofferenze e più morti», avverte il direttore dell'Oms, Tedros Ghebreyesus. In attesa di uscita da Rafah ci sono pure migliaia di occidentali, tra cui 12-15 italiani.

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