La buona notizia è che da domani non vedremo più le file di lavoratori stazionare davanti alle farmacie per il canonico tampone (tre volte la settimana) necessario per accedere al posto di lavoro. La cattiva notizia è che sempre da domani più di mezzo milione di lavoratori incroceranno, obtorto collo, le braccia: per loro libera scelta hanno rifiutato il vaccino come arma di contenimento e di prevenzione dal Covid e dunque saranno sospesi dal posto di lavoro fino a quando non si decideranno a vaccinarsi.
Sembra un controsenso. Da una parte il Covid sta allentando la presa, gli ospedali hanno ripreso a respirare, si tolgono restrizioni e persino le discoteche hanno riaperto. Dall'altra la stretta per lo zoccolo duro di No vax si fa sempre più serrata. Ma la «punizione» per chi resiste al vaccino è semplicemente di natura sanitaria come spiega proprio il ministro Roberto Speranza, che difende l'obbligo voluto dal governo per gli over 50: «Pure se i non vaccinati sono solo il 9 per cento, quel 9 per cento produce la maggioranza dei casi negli ospedali e nelle terapie intensive. Nell'ultimo mese e mezzo aggiunge - abbiamo avuto più casi che in tutta la pandemia e solo i vaccini hanno evitato le ospedalizzazioni».
In effetti, la popolazione under 12 immunizzata è salita al 91 per cento, ed è grazie a questa alta adesione che possiamo ormai sostenere di essere quasi usciti dall'era Omicron senza grandi rinunce o chiusure. Resta solo quel 9 per cento da convincere o da penalizzare. Con la multa una tantum da cento euro e con la sospensione dal lavoro. Da domani, infatti, secondo le previsioni della legge in vigore dall'8 gennaio scorso, i lavoratori sia privati che pubblici - magistrati compresi - che hanno compiuto 50 anni dovranno esibire al lavoro il green pass rafforzato che si ottiene con il vaccino o con la guarigione dal Covid. Chi non lo farà non riceverà più lo stipendio anche se conserverà il posto di lavoro. Ai furbi che si presenteranno sul posto di lavoro senza certificato, sarà sbarrato l'accesso e chi non rispetta il divieto subirà una sanzione amministrativa tra 600 e 1.500 euro.
Ma qual è la platea effettiva dei diretti interessati a tale provvedimento? Secondo i dati dell'ultimo report del Commissario Straordinario, la fascia 50-59, quella più attiva nel mondo del lavoro, conta 628.558 non vaccinati all'11 febbraio. In numeri assoluti, la Lombardia è al primo posto con 123 mila no vax, seguita dalla Sicilia con 71 mila e dalla Campania con 64 mila. In percentuale però, al primo posto svetta l'Abruzzo con il 9,62% di ultracinquantenni ancora senza vaccinazione, seguito da Calabria (9,6), Sicilia (9,45), Liguria (8,21) e Sardegna (8,17). Dal numero complessivo di non vaccinati andranno però scorporati coloro che sono stati contagiati da Omicron e hanno quindi ottenuto il certificato verde grazie a «madre natura» che si ipotizza, possa aggirarsi attorno al 10 per cento della platea. L'altro settore interessato all'obbligatorietà che incide sul sistema lavoro riguarda la fascia 60-69. Ma qui la percentuale dei non vaccinati si limita al 5,09.
I casi sono 383mila e di questi, una quota è già in età pensionabile. Complessivamente, gli italiani «over 50» non vaccinati restano ancora un milione e quattrocentomila, ai quali sarà recapitata la multa una tantum di 100 euro.
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