La pace russa è un diktat. La Nato: "Non ci ritiriamo"

Mosca propone agli Usa un'intesa che vieta aiuti ai Paesi dell'Est. Ipotesi di summit Biden-Putin

La pace russa è un diktat. La Nato: "Non ci ritiriamo"

New York. La Russia cerca un nuovo accordo sulla sicurezza con gli Stati Uniti e la Nato per alleggerire le tensioni in Europa dell'est, ma la proposta inviata alle controparti da Vladimir Putin è in realtà un vero e proprio «trattato di pace e di non aggressione», che stabilirebbe un'intesa simile a quella della Guerra Fredda. Pur se viene definita soltanto una «bozza» dal ministero degli Esteri di Mosca, come riporta il New York Times, il documento è stato immediatamente respinto dai funzionari dell'Alleanza Atlantica. Nel dossier, prima si afferma che gli Usa e la Russia si devono impegnare per «evitare qualsiasi confronto militare», oltre a «non partecipare o sostenere attività che incidano sulla sicurezza dell'altra parte», e a non usare «il territorio di altri Stati per preparare o effettuare un attacco armato». Al contempo però gli Usa si dovrebbero impegnare «ad escludere qualsiasi ulteriore espansione verso est della Nato e a rifiutare l'ammissione all'Alleanza dei Paesi che facevano parte dell'Unione Sovietica». Inoltre, secondo uno degli articoli, Washington e i suoi alleati atlantici si devono impegnare a «non stabilire basi militari sul territorio degli Stati ex sovietici che non sono della Nato né useranno le loro infrastrutture per qualsiasi attività militare, né svilupperanno con essi una cooperazione militare bilaterale».

La Russia chiede pure di «non schierare missili terrestri a raggio corto e intermedio» sia fuori dal territorio nazionale che in patria, se questi minacciano l'altra parte, e di «evitare il dispiegamento di armi nucleari al di fuori del territorio nazionale», nonché «il rientro nei confini» di quanto già dislocato all'estero. Nel documento inviato alla Nato, invece, viene richiesta la creazione di una «hotline» di emergenza, ma soprattutto che tutti gli Stati membri si impegnino «ad astenersi da qualsiasi ulteriore allargamento dell'Alleanza, compresa l'adesione dell'Ucraina», a «non condurre alcuna attività militare sul territorio dell'Ucraina e di altri Stati dell'Europa orientale, del Caucaso meridionale e dell'Asia centrale». «Non ci saranno colloqui sulla sicurezza europea senza i nostri alleati e partner europei», ha fatto sapere subito la portavoce della Casa Bianca Jen Psaki. Un alto dirigente americano ha precisato che «siamo pronti a discutere, ma ci sono alcuni aspetti che i russi sanno essere inaccettabili». L'amministrazione di Joe Biden, ha poi precisato, dovrebbe rispondere al Cremlino «la prossima settimana con una proposta più concreta» dopo aver consultato gli alleati europei, ammonendo intanto che in caso di una «ulteriore aggressione» all'Ucraina Mosca subirà «conseguenze massicce e pagherà un alto prezzo». La Russia, da parte sua, tramite il vice ministro degli Esteri Sergey Ryabkov ha invitato Washington a considerare la bozza «con la massima serietà».

Intanto funzionari della Nato, oltre a definire inaccettabile la richiesta di un potere di veto sui Paesi ora indipendenti che un tempo facevano parte dell'Unione Sovietica, hanno sottolineato la loro apertura a un dialogo diplomatico. Affermando tuttavia che qualsiasi colloquio dovrebbe includere anche i problemi di sicurezza dell'Alleanza Atlantica in merito al dispiegamento di missili russi, ai test satellitari e agli sforzi di disinformazione.

La bozza, secondo il Nyt, codifica una serie di richieste avanzate nelle ultime settimane da funzionari di Mosca (anche da Putin nella telefonata con Biden): per gli analisti il leader del Cremlino è sempre più preoccupato che l'Ucraina sia irrimediabilmente alla deriva in un'orbita occidentale, ponendo una grave minaccia alla sicurezza russa.

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